26.5.11

Manifesti vergognosi e fuorilegge (di Cinzia Gubbini)

Dal blog di Cinzia Gubbini, nel sito de "il manifesto", recupero questa notizia, a futura memoria anche perché evidenzia, oltre al razzismo leghista, altre viltà e opportunismi. (S.L.L.)
Il Popolo della Libertà e la Lega sono stati denunciati presso il tribunale civile di Milano per i contenuti altamente razzisti dei manifesti con cui è stata tappezzata Milano, in cui si sostiene che se vincerà il candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia la città diventerà una “zingaropoli” e che inoltre verrà costruita “la più grande moschea d’Europa”. L’iniziativa è dell’associazione Naga di Milano.
Finalmente qualcuno ha pensato di prendere sul serio questo tipo di strategia comunicativa della politica. Non è certo la prima volta che la Lega utilizza l’immagine degli stranieri sui prorpi manifesti elettorali agitando le peggiori paure dei cittadini. Anzi, anche il Pd ha utilizzato in passato manifesto per annunciare la “liberazione” di determinate aree dai campi rom, rivendicando delle vere e proprie “cacciate”. Quanto questa strategia sia vincente, cioè quanto abbia pagato in termini di voti, è difficile da dire. Ma certo non bisogna impugnare questo genere di iniziative per timore che lo sia. La questione è che utilizzare questo linguaggio di stampo razzista è vietato dalla legge. Punto e basta.
Queste le considerazioni di Piero Massarotto, presidente del Naga, parole su cui riflettere:  “Abbiamo denunciato il linguaggio e i contenuti altamente discriminatori delle affissioni e delle dichiarazioni, ma anche il fatto di aver utilizzato l’esistenza stessa di cittadini stranieri e Rom come fattore di paura sociale. Proviamo a sostituire alcuni termini utilizzati nella cartellonistica della Lega Nord con altri relativi ad altri gruppi sociali e/o minoranze: ‘Milano giudeopoli con Pisapia’ ‘Milano finocchiopoli con Pisapia’ oppure ‘La più grande chiesa cattolica sinagoga d’Europa’, cosa sarebbe successo? Abbiamo pensato che fosse urgente intervenire e cercare di porre argini ad un processo di normalizzazione della discriminazione chiedendo al giudice, con provvedimento di urgenza, la rimozione dei manifesti e la cancellazione dai siti di queste inaccettabili dichiarazioni”.

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