Quando mi trovo in città sconosciute
cerco negozi di uccelli:
l'ho fatto a Ginevra a Londra 
a New York  ad Hong Kong  
(dentro c'è un piccolo vento, nervosi
colori saettano in angoli d'ombra). 
Ma non ho visto 
in Asia shama d'Asia 
in Europa cutrettole d'Europa 
in America mimi poliglotti d'America:
sempre la stessa alata confraternita 
di ogni parte del mondo 
in gabbie made in Japan.
Postilla
Fernando Bandini da Vicenza, ottantenne, è poeta trilingue. Non ho avuto la gioia di leggere intera una sua silloge in italiano, in vicentino o in latino, ma gli assaggi fatti qua e là mi hanno reso evidente la qualità del suo versificare. 
Questa poesia (da una raccolta del 1994) l’ho trovata in un libro di Gian Luigi Beccaria sulla lingua italiana, Per difesa e per amore, pubblicato da Garzanti nel 2006. Vi figurava come esemplificativa della globalizzazione, della “macdonaldizzazione del mondo: una normalizzazione planetaria che potrebbe cancellare tradizioni e memoria storica”. 
Qualcosa del genere si trova anche in una mia poesia del 1986, inedita come le pochissime altre che ho composto: “Piccolo è il mondo dice una ragazza. / Piccolo e uguale è il mondo. / O Francia o Spagna lo stesso paese. / I gusti, le abitudini, i vestiti, / i prezzi, poco più poco di meno, / uguali. Nelle crepe delle chiese / identico nerume”. 
Per chi volesse leggerla integralmente ecco il link:
Un po’ di autopromozione non guasta.(S.L.L.)

 
 
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