11.9.11

Waddan, fennec e gundi. Gli animali nella guerra di Libia (di Carlo Grande)

Il waddan, l'agile capra berbera
Su “La Stampa” del 22 marzo 2011, nella sua rubrica I tempi degli animali, Carlo Grande parlava degli effetti sul mondo animale della guerra di Libia, che a quel tempo era da poco iniziata. Lo riprendo, saltando qualche divagazione storica o musicale. Una importante l’ho lasciata, relativa al discorso parlamentare di Giolitti che salutava insieme l'impresa libica e l’imbalsamazione di Carlo Marx. Con la Grande Guerra bussava alle porte la Rivoluzione Russa. (S.L.L.)
Il fennec, un animale notturno simile alla volpe
I bisnonni sobbalzeranno nella tomba: «Ma come, ancora la guerra di Libia?». Sì, siamo ancora allo «scatolone di sabbia», esattamente un secolo (1911-1912) dopo Giolitti e Turati. Ma abbiamo scoperto perché vale la pena azzuffarsi: il petrolio. C'è sempre un buon motivo per menare le mani. Anche gli animali, in Libia, sono sfiniti. Ce ne sono parecchi, nel deserto, oltre a lucertole, scorpioni e serpenti. Il più misterioso e raro è il waddan, timida e agile capra berbera che vive selvatica sui dirupi montuosi.
Un tempo, prima che diventassero aride, in zone come quelle vivevano elefanti, leoni, orsi: si vedono ancora nelle pitture rupestri. Ora in Libia ci sono branchi di gazzelle e furtivi fennec, animali notturni simili a piccole volpi con grandi orecchie e la pianta delle zampe ricoperta di pelliccia per proteggersi dalla sabbia rovente. Di giorno vivono sottoterra, chissà ora che missili e caccia sfrecciano su cammelli e beduini. Molti dei mammiferi libici, come gazzelle e mufloni, vivono nel deserto, lontani da insediamenti umani e turistici; sono molto diffidenti ed escono per bere soprattutto di notte. Ci sono le loro impronte sul fondo degli wadi. Di giorno vengono cacciati con i fucili dai fuoristrada, stanno alla larga e servono occhi acuti e fortuna per notarli in lontananza. Se non verranno protetti, anche questi splendidi animali del deserto sono condannati a scomparire. Impagliati e in soffitta, come il Marx del pacifismo socialista citato da Giolitti proprio a proposito della Libia, in un discorso alla camera di cent'anni fa.
Un guodi, il roditore che trattiene il fiato
Un altro animale del Sahara libico simbolico e curioso è un grosso roditore simile alla marmotta, che adesso si starà nascondendo sulle montagne (come sempre). Si chiama gundi, ha la bizzarra caratteristica di trattenere il fiato anche per un minuto per sfuggire ai predatori. Teniamo il fiato con lui, visto che fra governanti pazzi, strapotere di multinazionali e dell'industria bellica c'è poca scelta.

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