9.9.11

"Spalla a spalla con il popolo". Profilo di César Vallejo (di Sebastiano Triulzi)

César Vallejo
Davanti al Congresso degli scrittori antifascisti, che si tenne nel giugno del 1937 a Valencia, il poeta peruviano César Vallejo (Santiago de Chuco, 1892 – Parigi 1938), che sarebbe morto di lì a poco per una forma di malaria contratta venti anni prima, parlò di una singolare responsabilità che toccava in sorte agli scrittori, cioè di rompere quella “barriera secolare che esiste tra gli intellettuali e il popolo” e che era stata creata appositamente dai gruppi sociali egemoni. Vallejo chiamò in causa, usandole come metafore, le categorie di spirito e materia, proponendo al contempo la soluzione per frangere la barriera: “Non è necessario che lo spirito vada alla materia, come direbbe qualsiasi scrittore della classe dominante, ma che la materia si avvicini allo spirito dell’intelligenza, le si avvicini orizzontalmente, non verticalmente, così, spalla a spalla”.
Quando scoppiò la guerra civile spagnola Vallejo partecipò attivamente alla causa della libertà repubblicana; collaborò alla creazione dei Comitati di Difesa, offrì il suo aiuto intervenendo nei comizi e scrivendo articoli di denunzia, criticò fortemente il “non intervento” delle democrazie europee sancito nella Conferenza di Londra del 1936. Ma questa volontà di ricucire la frattura con il popolo nei termini di una contiguità, di un procedere “spalla a spalla” nel percorso di emarginazione e sofferenza, condividendo le miserie del destino umano, non era originata solo dallo studio approfondito del marxismo o dalle incombenze della guerra. Si può dire che fosse in lui come preesistente, insaccata nella sua corteccia indigena, in quell’anima india del meticcio Vallejo che emerge quando tocca le corde dell’oppressione e della disgrazia, e quando intravede nell’istanza di comunione universale l’ultima, e comunque vana, risposta al dolore.
Una delle lezioni che si possono trarre dall’incandescente corpus vallejano è che la disperazione dell’uomo, il suo essere abitato dal dolore, siano intimamente uniti a un altro tipo di angoscia, quella che nasce dalle condizioni economiche e politiche che condizionano ogni essere vivente. Proprio questo tentativo di ricomporre la crasi degli intellettuali con la grande famiglia umana, rifiutando i valori della società senza rifiutare la massa, rappresenta uno dei centri nevralgici della sua produzione in versi.

Postilla
Questo profilo di Vallejo è stato pubblicato su “alias” del 28 giugno 2010, come premessa di un più ampio scritto di Sabastiano Triulzi, in occasione della pubblicazione per le edizioni Gorée dell’Opera poetica completa del grande lirico andino, per la cura e traduzione di Roberto Paoli. In questo blog sono presenti alcuni testi di Vallejo:
Massa
Pietra bianca contro pietra nera
Nel momento che il tennista

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