Io che l’inglese non so…
Nel sito de “La nuova ecologia” si rintraccia l’anticipazione di un articolo di Vandana Shiva, scienziata e attivista politica legata ai movimenti antiglobalizzazione, che compare sul mensile di Legambiente. Ne è tema il deperimento della democrazia, man mano che gli Stati diventano espressione diretta delle grandi compagnie multinazionali. L’articolo è pieno di dati concreti, vale perciò la pena “postarlo” per ricordarsene. Nella traduzione di Tiziana Finelli c’è tuttavia un passaggio che non mi convince. Io non conosco l’inglese né l’indiano e non so quale espressione di Shiva sia stata tradotta con “Stato corporativo”, ma dal senso complessivo la resa non funziona. E’ evidente che Shiva allude allo strapotere delle grandi corporation multinazionali che sottomettono i governi e i loro apparati e li usano contro i cittadini, ma in Italia la formula “Stato corporativo” ha assunto un’accezione diversa, legata al fascismo e alla sua ideologia, quindi potrebbe essere fuorviante. Mi sono pertanto permesso una lieve correzione. Spero che la traduttrice scusi questa mia pignoleria da professore di storia in pensione. (S.L.L.)
Vandana Shiva |
"Ascoltare la gente è un dovere democratico dei governi. Quando i governi non riescono ad ascoltare la gente e usano la forza contro i movimenti pacifici diventano antidemocratici, dittature"
In India il 2010 è stato l’anno delle truffe: le licenze 2G, i giochi sportivi del Commonwealth, l’edificio Adarsh... Il 2011, invece, si sta prospettando come l’anno della lotta contro la corruzione, con esempi clamorosi come il digiuno del popolare attivista 71enne Anna Hazare per far approvare il disegno di legge anticorruzione “Jan Lokpal” e la lotta nonviolenta del famoso guru e maestro di yoga Baba Ramdev. E sono proprio le azioni repressive della polizia contro questa pacifica protesta a dimostrare, ancora una volta, la volontà del governo di schiacciare i movimenti e le proteste sociali. Mentre l’azione nonviolenta di Ramdev e dei suoi centomila seguaci veniva attaccata a Delhi, venti battaglioni di polizia venivano utilizzati per schiacciare il movimento anti-Posco (una multinazionale dell’acciaio, ndr) in Orissa e distruggere i giardini di betel e vite: la base dell’economia degli agricoltori, che portano ai piccoli agricoltori 400.000 rupie per acro.
In India il 2010 è stato l’anno delle truffe: le licenze 2G, i giochi sportivi del Commonwealth, l’edificio Adarsh... Il 2011, invece, si sta prospettando come l’anno della lotta contro la corruzione, con esempi clamorosi come il digiuno del popolare attivista 71enne Anna Hazare per far approvare il disegno di legge anticorruzione “Jan Lokpal” e la lotta nonviolenta del famoso guru e maestro di yoga Baba Ramdev. E sono proprio le azioni repressive della polizia contro questa pacifica protesta a dimostrare, ancora una volta, la volontà del governo di schiacciare i movimenti e le proteste sociali. Mentre l’azione nonviolenta di Ramdev e dei suoi centomila seguaci veniva attaccata a Delhi, venti battaglioni di polizia venivano utilizzati per schiacciare il movimento anti-Posco (una multinazionale dell’acciaio, ndr) in Orissa e distruggere i giardini di betel e vite: la base dell’economia degli agricoltori, che portano ai piccoli agricoltori 400.000 rupie per acro.
La violenza e l’uso della forza è diventata la norma per il governo quando si trova di fronte alle proteste. In una democrazia – che si suppone sia dal popolo, del popolo e per il popolo – le proteste e i movimenti dovrebbero essere segnali di ciò che la gente vuole o non vuole. Ascoltare la gente è un dovere democratico dei governi. Quando i governi non riescono ad ascoltare la gente e usano la forza contro i movimenti pacifici diventano antidemocratici, dittature. Quando i governi che dovrebbero rappresentare la volontà e l’interesse del popolo iniziano a rappresentare la volontà e l’interesse di aziende e grandi imprese mutano, diventando il governo delle corporazioni, dalle corporazioni e per le corporazioni.
Lo Stato sta diventando delle corporazioni. E questa mutazione trasforma la democrazia in fascismo. Le politiche economiche neoliberiste hanno conseguenze politiche in quanto inducono questa mutazione del governo: dall’essere un rappresentante democratico degli interesse del popolo ad essere un rappresentante degli interessi aziendali. Non solo il neoliberismo ha portato alla privatizzazione di semi, terra, acqua, biodiversità, salute, istruzione, energia e trasporti, ora sta portando alla privatizzazione del governo stesso. Uno Stato privatizzato aziendale comincia a vedere come una minaccia la lotta per il bene pubblico e la democrazia economica dei cittadini.
La corruzione è l’appropriazione ingiusta, illegale e privata di risorse e ricchezze, sia che si tratti di ricchezze naturali, beni e servizi pubblici che di ricchezze finanziarie. I movimenti ecologisti, tribali e degli agricoltori si battono contro la corruzione che sta alla base del furto delle terre e delle risorse che sta avvenendo in tutto il paese per l’estrazione di bauxite, carbone e minerale di ferro, per mega impianti di acciaio, centrali elettriche e autostrade. Mentre i contadini hanno ricevuto solo 300 rupie a metro quadro per la loro terra, i promotori di questo furto attraverso la legge coloniale del 1894 le vendono per 600.000 rupie a metro quadro. Questa è la corruzione aziendale. I due volti del governo che più frequentemente fanno dichiarazioni sui movimenti sociali che sovvertono la democrazia sono Kapil Sibal e Chidambaram ed entrambi hanno rappresentato le imprese contro l’interesse pubblico nella loro carriera legale. Oggi portano queste lealtà aziendale nella loro carriera politica. Faranno del loro meglio per utilizzare tutti i mezzi non democratici per schiacciare i movimenti per la democrazia e la giustizia.
Il potere corrotto, militarizzato e totalitario dello Stato aziendalista non è democrazia. I movimenti popolari che combattono la concentrazione del potere economico e politico, e i mezzi corrotti utilizzati per la concentrazione di quel potere, sono il cuore della democrazia. Si tratta di persone e movimenti sociali che hanno mantenuto, mantengono e manterranno viva la democrazia in India.
(da "La Nuova Ecologia" di settembre 2011, traduzione di Tiziana Finelli)
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