Quando si parla di "politica" quasi tutti oramai intendono il ceto, sempre più ampio, dei politici di mestiere: unico, primo o anche secondo mestiere, comunque un'attività competitiva che produce reddito e potere.
Di fronte a un grave problema sociale - per esempio - i più lamentano che la "politica" è latitante.
A pochi passa per la testa e tra i più giovani quasi a nessuno che "politica" possa essere un'attività sociale, di tutti o - almeno - di molti, un impegno di partecipazione per non essere manipolati, per contribuire alle scelte collettive, un'attività la cui retribuzione consiste nel trovare buone soluzioni ai tanti problemi che ci riguardano e ci accomunano agli altri.
Con la cosiddetta seconda repubblica - del leaderismo, del carrierismo e senza partiti di massa - è la politica il primo "bene comune" di cui siamo stati espropriati.
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