Sul settimanale “Abc”, che negli anni 60 e primissimi anni 70, fu assai diffuso, mettendo assieme l’attrattiva delle donnine scollacciate e dei temi pruriginosi con le denunce di scandali democristiani e le battaglie civili come quella per il divorzio, Renata Pisu, sinologa e – al tempo – giovane giornalista, con lo pseudonimo di Cristina Leed, curò una rubrica di corrispondenza su tematiche inerenti alla sessualità. La “posta di Cristina” da una parte registrava una grande maschilistica arretratezza negli italici costumi, dall’altra tentava di praticare, attraverso le risposte, in molti casi ironiche, una sorta di pedagogia della liberazione. Circa 300 delle lettere pubblicate nei sette anni di durata della rubrica (1967-1974) entrarono qualche anno dopo in un libretto pubblicato da Bompiani. Tra esse quella qui postata. (S.L.L.)
Dagli Abruzzi
Sono un giovane di 26 anni e affetto da un difetto fisico (cioè mi spiego meglio) ho il sesso molto sproporzionato e questo mi crea molte difficoltà con le donne.
Vengo al dunque, giorni fa mi trovavo in giro per la campagna e mi avvicinai a una cascina per chiedere un po' d'acqua per dissetarmi, e si affacciò alla porta una bella ragazza ma, con mio dispiacere, costatai che la ragazza era sordomuta, e allora passai subito all'attacco, mi gettai sopra la presi e la rovesciai su una specie di pagliericcio e lì naturalmente facemmo quello che si fa in simili circostanze, ma la mia sorpresa fu quando compiendo l'atto materiale la ragazza gettò un grido e disse: mamma mia!
Ora non so a che attribuire la cosa, penso che abbia ritrovato la parola date le dimensioni eccezionali del mio sesso che hanno provocato un colpo interno alla ragazza.
Da Renata Pisu, Maschio è brutto, Bompiani 1976
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