3.1.13

Bersani e la scelta dei collaboratori. "Penati-glamour"

Filippo Penati con Pierluigi Bersani
Non so se Bersani coronerà il sogno di essere nominato presidente del Consiglio dei ministri da Napolitano, ottenendo la fiducia dei due rami del Parlamento. Il lavaggio del cervello pro-Monti di questi giorni, gli aiuti che egli ottiene dalla finanza internazionale perché egli possa continuare a spremere i lavoratori e a massacrare i poveracci della penisola italiana fanno pensare di no. Ieri anche il "moderato" Casini ha mandato a dire a Bersani che non si faccia illusioni: perché egli faccia il presidente la sua coalizione deve ottenere la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato; altrimenti si rassegni a fare il portatore d'acqua. 
Se, nonostante gli ostacoli, Bersani riuscisse, sarà bene che stia molto attento nella scelta dei collaboratori. A memoria sua e altrui recupero qui un brano da un'intervista a Filippo Penati, già sindaco di Sesto San Giovanni e presidente della Provincia di Milano, che il buon Pierluigi elesse a collaboratore stretto oltre che ad amico del cuore. Lo riprendo dal "manifesto", dalla sorprendente rubrica di ritagli Vuoti di memoria, curata da Alberto Piccinini. (S.L.L.)
Filippo Penati da solo
(...) Lei faceva l'insegnante.
«Sì. Fino al 1994, l'anno della svolta».
L'elezione a sindaco.
«C'era Tangentopoli. La candidata pidiessina alle politiche del collegio di Sesto, Fiorenza Bassoli, venne travolta dall'ondata dell'antipolitica. Forza Italia divenne di gran lunga il primo partito della Stalingrado lombarda: un trauma. Temevamo di perdere anche il Comune».
(...) La sua carriera è figlia del berlusconismo?
«Nel 1994 la cosa più difficile fu passare dal "noi" comunista all'"io". Durante i comizi quelli del mio staff si sbracciavano per ricordarmelo. Per una foto accattivante mi feci prestare una giacca blu dal vicino di casa, perché io non ce l'avevo».
Nel 2004, per le provinciali, la svolta modaiola: abiti Armani e salotti.
«Ombretta Colli fece la campagna elettorale dandomi del grigio funzionario di partito. Cercai di rimediare». Come?
«Ferruccio de Bortoli, che allora non era ancora al Sole 24 Ore, mi consigliò di rivolgermi a Barbara Vitti: cambiai look».
Nacque il Penati-glamour.
«I miei figli ancora mi sfottono per certe gigantografie».
Dopo la vittoria alle provinciali festeggiò con Pierluigi Bersani fino alle 5 di mattina.
«Al Taxi Blues, una birreria. Bersani è un amico».
Godereccio?
«Una volta in campagna elettorale finimmo in un centro sociale per anziani dove stavano ballando il liscio. Lui cominciò a cantare. Le signore a quel punto cercarono di trattenerlo: c'era una sfilata di intimo per vecchiette».

Filippo Penati intervistato da V. Zincone; "Corriere Magazine", settembre 2007
in "il manifesto", 31 agosto 2011 

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