2.4.17

In principio era il gesto. Incontro con A. Cariolato e J.-L. Nancy (Gianluca Pulsoni)


“Alias”, il magazine del “manifesto”, all'inizio del 2012 dedicò un'intera pagina al libro Le geste de Dieu. Sur un lieu de l’Éthique de Spinoza, pubblicato in Francia da Les Éditions de La Transparence. Il libro si presenta come commento a un passo di Spinoza, opera di Alfonso Cariolato, in cui si inseriscono qua e là, come una sorta di controcommento, le riflessioni di Jean-Luc Nancy. Nella pagina di “Alias” trovarono posto, una breve intervista a Cariolato e Nancy e alcuni frammenti dal libro. Qui riprendo l'una e gli altri. (S.L.L.)


Alfonso Cariolato
Ripartire da Spinoza e dal suo gesto, la sua etica, che apre alla possibilità di ripensare i rapporti a tutti i livelli della vita, alla luce di una causalità affine alla libertà e che fa rima con la necessità: è con questo intendimento, forse, che si dovrebbe leggere e usare Le geste de Dieu. Sur un lieu de l’Éthique de Spinoza, prezioso volume pubblicato da poco in Francia per la coraggiosa casa editrice Les Éditions de La Transparence - www.editionsdelatransparence.com - scritto dal filosofo italiano Alfonso Cariolato, autore tra l’altro anche di una monografia su Kant, pubblicata dalla medesima casa editrice francese (L’Existence nue. Essai sur Kant, 2009) e di Dare una voce. La filosofia e il brusio del mondo (Linea BN - La Carmelina, 2009). Il libro, organizzato nei 4 punti spinoziani sull’ontologia, l’etica (le «cose di fortuna» e la «vita sociale» nei rapporti con gli altri) e la politica, propone la lettura di un passaggio particolare dell’Etica, «nos ex solo Dei nutu agere», affermazione alla fine dello scolio della proposizione 49, a chiusura della 2/a parte dell’opera del filosofo olandese e che qui funge da leit-motiv. La decostruzione di questa frase alimenta l’efficacia del percorso d’analisi critica e presenta il lavoro a tutti gli effetti come uno dei contributi allo studio di Spinoza tra i più sorprendenti e rivelatori oggi e affine a quel modo di intendere la storia della filosofia come occasione di creazione. Le geste de Dieu ha un ulteriore motivo di interesse: la voce di Jean-Luc Nancy che, come un contrappunto, dialoga e interseca il discorso di Cariolato, creando un testo continuamente tanto esposto all’interrogazione quanto aperto alla digressione. Abbiamo contattato i due autori per porre loro alcune domande e, in appendice, si propone un frammento tratto dal volume.

Come nasce l’idea di questo libro?
Jean-Luc Nancy: L’idea è interamente di Alfonso. Non avevo affatto presente questo passo di Spinoza. Alfonso ha voluto scrivere a partire da qui e mi ha proposto di collaborare. Io ho scelto questa modalità di intervento mediante note o appunti marginali.
Alfonso Cariolato: Era da qualche anno che lavoravo su questa estrema propaggine del II° libro dell’Etica. Innanzitutto mi aveva colpito il sintagma intorno al quale ruota il libro, e poi il carattere marginale, periferico, di scolio nello scolio, dei 4 punti attraverso i quali Spinoza indica i vantaggi pratici della sua dottrina. Una semplice enumerazione, in apparenza, un compendio, un promemoria, un ponte sospeso fra le prime due parti dell’Etica e le ultime tre, che tuttavia permetteva di toccare i punti nevralgici dello spinozismo a partire da ciò che si sottintende in ogni pratica etica o politica, e cioè l’esistenza.

Stile e scrittura. Quali sono le vostre idee a proposito? Come avete lavorato a 4 mani sul testo spinoziano senza rinunciare alla sperimentazione testuale?
J.-L. N: L’interesse che riveste ai miei occhi tale modalità di coscrittura è il mio restare nella posizione di un insetto che vola attorno al testo, si posa qui e là senza che si sappia sempre il perché, e fa la sua piccola nota per poi andarsene via. Da parte sua, il corpo del testo – quello di Alfonso – continua il suo movimento lento e potente. L’insetto si alza in volo, si posa… si alza in volo di nuovo. Il pensiero non conclude, esplora, prova.
A. C: Più che una performance in duo, si può dire che abbiamo utilizzato la tecnica della sovraincisione. Una volta concluso, Jean-Luc è intervenuto liberamente sul mio testo. Così il libro è risultato della sedimentazione di tempi e ritmi diversi di scrittura, senza alcuna volontà di uniformare il tutto dall’esterno con una «tesi» predeterminata su Spinoza. Per quanto mi riguarda, ho seguito con attenzione quel passo dell’Etica, leggendolo a distanza ravvicinata, accorgendomi come ogni concetto ne richiamasse altri in una sorta di moto perpetuo davvero intrigante.

Cosa può dare un ritorno a Spinoza nel campo della filosofia? Cosa dire alle nuove generazioni che si confrontano per la prima volta con l’autore dell’Etica?
J.-L.N: Sebbene per un verso vi s’inscriva assai nitidamente, dall’altro Spinoza gode incontestabilmente del privilegio di sfuggire al proprio tempo. Vi sfugge perché è il solo dei Moderni a pensare esplicitamente a una necessità del mondo all’interno della quale la «libertà» umana è un’illusione. È sufficiente ricordarlo, e ricordarlo in questi termini, per comprendere che noi non siamo immediatamente pronti a entrare in questo pensiero. Esso esige da noi che ci si interroghi sul mondo come tale – o sulla «natura» o «dio» secondo le parole di Spinoza, sull’unicità e l’unità della «sostanza» in luogo di volgerci verso noi stessi, verso l’«uomo », le sue azioni, i suoi fini… Ma è sufficiente anche riconoscere tale esigenza per comprendere almeno questo: ha senso pensare l’uomo senza il mondo come totalità?
A. C.: Da un certo punto di vista, la filosofia raggiunge davvero con Spinoza il suo grado ultimo e massimo. Niente Dio a imitazione dell’uomo, niente proiezioni in cielo di interessi umani, nessun finalismo antropocentrico. Uno sguardo attento, senza illusioni, preciso e puntuale sul mondo così com’è e sulla natura dell’uomo. Non c’è spazio per alcuna delega in Spinoza. È l’esercizio del pensiero che libera dal bisogno di tutori. Eppure non vi è traccia in lui di un razionalismo troppo sicuro di sé, caparbiamente legato alle proprie piccole conquiste. Con Spinoza il pensiero e i corpi sono potenze aperte da un «Dio», una «natura» o una «sostanza» di cui sono parte e che già da sempre li eccede. Misurarsi con questo eccesso, trovare ogni volta un equilibrio nel rapporto con gli altri enti, l’esigenza incessante della libertà all’interno di un pensiero segnato radicalmente dalla necessità, un’etica e una politica che sono l’altra faccia di un’ontologia immanente, lo sperimentare – qui, ora – di essere eterni, tutto questo non è solo una filosofia,ma un esempio del dispiegarsi della forza stessa di pensare. Così Spinoza non smette di riguardarci.

FRAMMENTO (pp. 100-101)
jean-Luc nancy
Spinoza intende mostrare l’utilità della conoscenza della sua dottrina per quanto riguarda la «pratica della vita», e lo fa a partire dal gesto. Ciò che ci dobbiamo chiedere, allora, arrivati a questo punto (...) non è tanto cosa dica Spinoza a proposito della politica, ma come sia pensabile, a partire da Spinoza, una politica dei gesti (di Dio). Una politica, cioè, nella quale siano posti in primo piano l’esposizione, la comunicazione, l’eccesso e il rimando che caratterizzano le esistenze finite. Il gesto (di Dio), dove la parentesi intende evidenziare lo scarto e la peculiarità del Dio spinoziano rispetto a quello della metafisica e delle religioni rivelate, apre dunque l’esigenza di un pensiero finito, e di una politica, che rinvii e si misuri con l’incommensurabile, ossia con l’infinita spinta produttiva di una sostanza immanente («dalla necessità della natura divina devono seguire infinite cose in infiniti modi», E1P16) che pone ed eccede costantemente la disposizione delle esistenze finite.(Alfonso Cariolato)

Da parte mia, preferisco dire che la politica non deve «misurarsi con l’incommensurabile»ma solo mantenere aperti gli accessi possibili – che sono sempre tanto plurali quanto singolari – all’incommensurabile (come ho detto: amore, arte, pensiero, incontro...). La politica deve restare in
un rapporto riservato con questi accessi: essa non li crea, non li forma, li lascia disponibili. (Jean-Luc Nancy)

alias-il manifesto 11 febbraio 2012

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