CANNES. L’intervista a
Jerry Lewis è stata fatta durante l’ultimo festival di Cannes. Il
suo ultimo film Il re della commedia di Martin Scorsese con
Robert De Niro, inaugurerà il 6 maggio nuovo Palais del cinema.
Jerry Lewis ha appreso la notizia a Las Vegas, nell’ospedale dove
alcuni giorni fa è stato sottoposto ad un intervento chirurgico «a
cuore aperto».
Hai l’abbonamento
pay-tv?
Sì. È un affare grande.
Il futuro delle trasmissioni è lì. Tutti i miei vicini sono
abbonati.
Come ti rapporti al
cinema - tv. È la tv il futuro o vedi un’integrazione?
Il cinema e il network
hanno avuto un grosso scontro e dopo questo potrebbe essere duramente
colpito il cinema.
Tutta la gente della
mia generazione ha imparato a amare la vecchia immagine di Hollywood.
Pensi che Coppola Lucas e Spielberg e Eastwood stanno imponendo una
nuova immagine? Oppure pensi che siano le nuove star della vecchia
Hollywood?
Hanno dato tutti una
lezione alla vecchia Hollywood. Ma in ogni caso non sono molto
lontani dalla vecchia Hollywood. La differenza consiste nella
tecnologia diversa. Questo è tutto.
Cosa ne pensi di
produttori o registi tipo Roger Corman?
Uno bravo, ha sempre
aiutato tutti loro (?).
Sei militante nella
battaglia antinucleare?
Sì. Sto facendo un film
sui problemi nucleari, Bacia il tuo culo e arrivederci, anzi
vi mostro la prima scena di questo film. Si alza e esegue.
Cosa ne pensi della
nuova tendenza del cinema americano, il ritorno in famiglia,
descritto dalla situazion comedy?
Non lo so.
Non è stato uno choc
per l’America il tuo divorzio?
Non sono affari
dell’opinione pubblica.
Lavori sempre con lo
stesso gruppo di persone?
Se è possibile sì, sì.
Vorrei sapere il nome
del regista col quale ti è piaciuto di più lavorare.
Frank Tashlin.
Parliamo un po’
della cultura ebrea e della comicità ebrea. Del personaggio
dell’ebreo, che è quello che affronta il mondo in maniera non
aggressiva... lo schlemiel, era più presente nel primo
periodo della tua carriera.
Certo, sì. E’ vero.
Cosa ne pensi del
rock’n’roll? Del suo ritorno?
Non è vero che c’è il
ritorno del rock’n’roll.
Cosa ne pensi della
nuova generazione?
Non credo che cl siano
differenze tra generazioni.
Eppure tratti male il
ragazzo in Bentornato Picchiatello.
Perché generalizzare,
quello è un caso. È un bastardo.
Quali sono i tuoi
comici preferiti?
Charlie Chaplin e Stan
Laurel.
Hai già visto il
montaggio definitivo di King of comedy?
Non ancora, ho visto
qualcosa...
Hai visto Toro
scatenato di Scorsese con De Niro?
Oh! Naturalmente.
Ti piace come regista
Scorsese?
Sì. Bene abbiamo finito
l’intervista dunque...
Cosa pensi di questo
film Toro scatenato perché in Italia la critica non ne ha
parlato bene.
Roba bella. È una storia
meravigliosa. De Niro è stupendo.
Come mai hai fatto un
film tragico come King of comedy?
No non è tragico è
drammatico, tragedia è un car-crash, uno scontro d’auto. Camelot
è una tragedia. Io faccio la parte di una star televisiva.
Sei coinvolto in
qualche attività produttiva ora?
Sì.
In qualche film?
Niente film.
Cosa pensi della tv
americana di oggi?
Non guardo la
televisione. Fa schifo. Io guardo i film. Il vero divertimento è il
cinema.
Che tipo di cinema?
Tutti i film. I
predatori dell’arca perduta, Four season, Sul lago dorato e
Elephant man.
Ti è piaciuto
Elephant man?
È
stata proprio una cosa grande.
Cosa pensi degli
horror film che adesso hanno molto successo negli States?
Non mi piacciono.
Cosa ci dici dei nuovi
comici americani, Richard Pryor, John Belushi, cosa pensi del loro
umorismo? E di Porky’s?
Non ho ancora visto
Porky’s. Pryor è un eccezionale performer e lo amo. È un uomo m
molto buffo e divertente. Peccato che in Italia non siano stati
tradotti molti suoi film...
Cosa pensi che sia
Hollywood adesso? Qual è il suo fascino attuale? I nuovi (Coppola
Lucas, Spielberg) l’hanno cambiata?
Non risponde.
Conosci i comici
italiani?
No.
Conosci Sordi?
Oh Sordi sì... buono
Saresti disposto a
lavorare con qualcuno in Italia?
No.
Cosa pensi di Cannes?
È
una buona cosa che ci sia. Bisogna mantenerla.
Avevi in mente di
costruire salette video a pagamento nelle grandi città. Che fine ha
fatto quel progetto?
È
andato, non se n’è fatto nulla.
“il manifesto”, 2
gennaio 1983
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