Sogna.
Fa tanto caldo,
che l'alma non agogna
più che sorbetti, e rive
di smeraldo,
e nenie di zampogna.
Fa tanto caldo!
Sogna.
Credi
tu alla Siberia,
e ai ghiacci e ai
Samoiedi,
e a quell'altra leggenda
poco seria
degli orsi alti sei piedi?
Tu, alla Siberia,
Credi?
Fole!
Il polo stesso,
in quest'ora di sole
dev'essere sudato, e cotto
allesso
come l'umana prole.
Il polo stesso!
Fole.
Pure,
dietro il ventaglio
le pupille sicure
ponno sognare, lungi dal
barbaglio.
Dietro il ventaglio,
pure!
E l'alma
anche si placa,
e si abbandona calma
a sé come un'almea, entro
un'amaca,
all'ombra di una palma.
Anco si placa,
l'alma.
Nulla
(o, nulla invero!)
è più dolce, fanciulla
di questa sonnolenza di
pensiero
che il tuo ventaglio
culla.
Oh, nulla invero.
Nulla.
Nulla.
da Poesie, Martello, Milano, 1956
Nessun commento:
Posta un commento