Pietra di zolfo da Racalmuto al Museo di storia naturale di Copenaghen |
IU SURFARU
SUGNU. Io sono zolfo. All'origine del detto è un mimo. A un
carrettiere che trasporta zolfo dalla miniera a porto Empedocle, un
contadino chiede un passaggio. Per fargli posto sul carretto e a che
il mulo non tiri un peso più grave del solito, il carrettiere butta
giù tre o quattro “balate” (forme a piramide tronca del peso di
una ventina di chili ciascuna). Ma a un certo punto, in salita, il
mulo non ce la fa. Il carrettiere scende e dice al contadino di fare
altrettanto. Ma il contadino, tranquillamente: “Iu surfaru sugnu”,
io viaggio al posto dello zolfo. È da presumere avesse pagato il
passaggio, ché il carrettiere (violenti e rissosi erano i
carrettieri) lo avrebbe se no preso a “zuttati” (“zotta” era
la frusta, di cordicella intrecciata e infiocchettata).
Si dice “iu
surfaru sugnu” in senso fisico quando non ci si vuole scolodare; in
senso morale quando non si vuole dare opinione su un dato argomento,
specie se controverso o rischioso.
da Occhio di capra, Einaudi, 1984
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