Mi ricordo un Grillo
dell'altro millennio.
Nei suoi soliloqui
bislacchi e un po' qualunquistici piazzava a volte come un barlume di
genialità una critica corrosiva dei modi di dire imperanti. Una
volta, parlando di agrari e industriali, si domandò e domandò:
"Perché datori di lavoro? Meglio prenditori. Sono altri quelli
che il lavoro lo danno".
L'osservazione sarebbe
ancor più vera oggi, con la progressiva diminuzione di redditi,
tutele e diritti per il lavoro; ma il Grillo politico è assai più
svagato del Grillo comico e sembra aver dimenticato quelle sue
riflessioni. Di quando in quando si mette addirittura a fare l'elogio
dell'imprenditore oppresso dal politico (tacendo per esempio dei
tanti che hanno delocalizzato per andare a prendere più agevolmente
lavoro altrove).
Anche lui come tutti gli
altri.
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