Non c’è nulla così
naturalmente contrario al nostro gusto come la sazietà che viene
dall’agio, né niente che tanto lo stimoli quanto la rarità e la
difficoltà. «Omnium rerum voluptas ipso quo debet fugare
periculo crescit». (“In tutte le cose il piacere è
accresciuto dal pericolo che dovrebbe allontanarcene”. Seneca, De
beneficiis, VII, 9)
Galla, nega: satiatur
amor, nisi gaudia torquent. (“Galla, dimmi di no: si sazia
presto l'amore, se le sue gioie non danno tormento”. Marziale IV,
38)
Per mantenere in lena
l’amore, Licurgo ordinò che i coniugi di Sparta non potessero
praticarsi che di nascosto, e che trovarli a letto insieme sarebbe
stata una vergogna uguale a quella di trovarli con altri. La
difficoltà degli appuntamenti, il pericolo delle sorprese, la
vergogna del domani, “et languor, et silentium,/ Et latere
petitus imo spiritus” (“e il languore, e il silenzio, e i
sospiri che vengono dal profondo del petto”. Orazio, Epodi, XI) è ciò che dà il
piccante alla salsa. Quanti giochi piacevolmente lascivi nascono
dalla maniera onesta e pudica di parlare delle cose d'amore! La
voluttà cerca di eccitarsi perfino col dolore. È così per tutto:
la difficoltà dà pregio alle cose.
Saggi, Libro
II, Capitolo XV, Adelphi, 1982
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