18.6.17

La svolta dei 5 Stelle (S.L.L.)

Che i movimenti di protesta a base piccolo-borghese sciolgano a destra le proprie originarie ambiguità è cosa ricorrente.
I 5 Stelle di Grillo avevano finora messo insieme tematiche ambientalistiche e suggestioni di democrazia diretta telematica con pulsioni forcaiole e una struttura di "partito proprietario" in cui le decisioni più importanti erano avocate a sé dai padroni del movimento.
Su molte delicate questioni in cui la discriminante destra-sinistra era, storicamente, più netta (conflitto capitale-lavoro, tutele dei lavoratori e stato sociale universalistico, razzismo e xenofobia, diritti delle minoranze, libertà civili) rimozioni, reticenze, oscillazioni, niente di netto, di definitivo.
Mi pare che Grillo stia proprio ora sciogliendo a destra le ambiguità del movimento di cui è proprietario: il dibattito sul cosiddetto "ius soli", le prese di posizioni su campi rom e emigrazione segnano una svolta, anche se non so dire con certezza se si sia superato il punto di non ritorno. Non credo che Grillo sia convinto di guadagnare consensi con questa "svolta", ma essa consente fin da ora ai 5 Stelle di praticare di fatto una alleanza che non si può esplicitare con la la Lega di Salvini ed altre forze della destra identitaria e xenofoba. L'ex comico è convinto che la cosa lo fara uscire dall'isolamento, senza dover pagare un alto prezzo alle elezioni.
Sono convinto che si sbaglia, che sia ancora piuttosto ampia l'area degli elettorie perfino degli attivista 5 Stelle legata ai valori umanitari e ugualitari della sinistra dell'Ottocento e del Novecento. E penso che una sinistra intelligente dovrebbe, mentre denuncia la svolta a destra di Grillo, parlare a questi attivisti ed elettori, dando risposte nuove al disagio che li ha spinti su quelle sponde.
Parlare di fascismo è una stupidaggine, sebbene sia fondata l'analogia che richiama la comune matrice sociale piccolo borghese e la comune ideologia dell'antiideologia con la conseguente spregiudicatezza programmatica. L'avanguardismo fascista aveva però davanti a sé un nemico forte, o che tale era ritenuto, un movimento operaio e contadino organizzato e attivo, sebbene frammentato, partiti socialisti, sindacati metalmeccanici o ferroviari, camere del lavoro, movimenti mezzadrili; gli squadristi e gli attivisti fascisti potevano ben proporsi al grande capitale come garanti dell'ordine sociale e del sistema economico.

Oggi è tutta un'altra cosa: la sinistra di orientamento classista e anticapitalista (anche ragionevolmente anticapitalista) in Italia è ridotta a poca cosa e la ricostruzione - a voler essere ottimisti - è ancora agli inizi; il lavoro subordinato, precarizzato e sfruttato in gran parte non ha una rappresentanza autonoma né politica né sindacale. Parlare di fascismo, aggredire, insultare è sbagliato, impedisce il dialogo e il recupero alla battaglia democratica di forze sane, che sono consistenti. Si può mettere in luce il cinismo di Grillo e dei suoi stretti collaboratori, essere implacabili sulle loro contraddizioni e malefatte, denunciare duramente la svolta a destra, senza ricorrere all'invettiva e all'insulto, che peraltro sono il terreno più congeniale alle abilità dell'ex comico genovese.

stato fb, 17 giugno 2017

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