Cos’è esser donna?
Com’è sentire
il vuoto fra le gambe
e curiosità nella gonna, al vento
estivo,
e impudenza nelle natiche?
Un uomo non può far altro che vivere
col suo strano fagotto fra le gambe.
“Da che parte
preferisce che stia?”, mi domandava
il sarto
misurandomi i calzoni senza un sorriso.
Com’è una voce integra, che non si
spezza?
Com’è vestirsi e spogliarsi
fra languidi scivolii e carezze,
come vestendosi di olio di oliva,
spalmarsi il corpo di molli stoffe,
di qualcosa che è seta, brusio e un
nulla di rosa o d’azzurro?
Un uomo si veste con rudi gesti
di strappo sempre più aspro,
angolosi ed ossuti, che staffilano
l’aria.
E gli si impiglia il vento nelle
ciglia.
Com’è sentirsi donna?
Quand’è il tuo corpo stesso a
sognarti.
Le vestigia di donna sul mio corpo
maschio
e le tracce dell’uomo sopra il tuo
ci annunciano l’inferno
che a noi si prepara
e la nostra reciproca morte.
Poesie (Crocetti, 2001), trad.
it. A. Rathaus
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