Una era la duchessa di Verdura, che quando era ormai quasi novantenne cominciò a perdere l’udito e la vista. Lei però si vergognava e fingeva di sentire e vedere ancora bene. In particolare fingeva di ascoltare sempre il canto di un canarino cui era molto affezionata. Quando il canarino morì, i parenti, per non darle un dispiacere, misero nella gabbia un limone, che almeno era dello stesso colore.
La duchessa visse ancora per dieci anni, durante i quali continuò sempre a sedersi di fronte alla gabbia del canarino. Fingeva di vederlo, fingeva di ascoltarlo e sorrideva.
Quando il limone diventava marcio, i parenti lo sostituivano con uno fresco.
Politica,storia,letteratura e varia umanità. Pezzi vecchi e nuovi d'ogni provenienza. Ogni lunedì una poesia. Borghesi e reazionari, pretonzoli e codini, reggicode e reggisacchi, ruffiani e pecoroni, tremate!
8.11.09
La duchessa di Verdura (di Roberto Alajmo - da "Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo" - Mondadori, 2004)
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