Le interpellanze parlamentari di Leonardo Sciascia.
C’è un aneddoto celebre su Stalin e Pasternak. L’autore de Il dottor Zivago aveva perorato la causa del poeta Mandelstam arrestato dalla polizia politica quando una sera gli giunse una telefonata. Era, in persona, il dittatore georgiano, che contro il poeta incarcerato usava parole di fuoco. Pasternak, a un certo punto, gli fa: “Vorrei poter parlare con voi”. “Di cosa?” – replica Stalin. “Non so, della vita e della morte” – disse Pasternak. Subito sentì che l’interlocutore chiudeva il telefono. Lo raccontò Leonardo Sciascia nel 1979, nell’accettare l’offerta di candidatura da parte dei Radicali, “una decisione – disse – improvvisa e sorprendente anche per me”.
Anche lui, in Parlamento, avrebbe parlato “della vita e della morte”. Il luogo più importante dell’impegno parlamentare di Sciascia fu certamente la commissione di inchiesta sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Sul tema scrisse un libro giustamente celebre (L’affaire Moro), una delle sue più grandi “inchieste”.
Oggi, in un libro scritto per Bompiani, Andrea Camilleri racconta l’esperienza parlamentare di Leonardo Sciascia, soprattutto attraverso le interrogazioni parlamentari che lo scrittore di Racalmuto presentò, dalle file del partito radicale, tra il 15 dicembre 1979 e il 31 gennaio 1983.
Camilleri, che a Sciascia fu legato da consuetudine e amicizia, ne mette in luce la passione, la lucidità e l'approccio mai ideologico, sempre ancorato all’analisi dei fatti, sempre insofferente al potere. E anche il disperato amore per la sua isola. I temi delle interrogazioni sono l'uccisione del magistrato Ciaccio Montalto da parte della mafia, il caso Pecorelli, lo scandalo dei petroli, l'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine, il trattamento di arrestati e carcerati.
Un libro attualissimo, assolutamente da leggere.
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