Le disgrazie dell'inventore del Moplen
Donato Speroni ha pubblicato di recente un libro per l'editore Castelvecchi dal titolo L'intrigo saudita. La strana storia della maxitangente Eni-Petromin. L'autore, giornalista e professore universitario, era stato trent'anni fa stretto collaboratore del professor Giorgio Mazzanti, il presidente dell'Eni che sul finire degli anni Ottanta autorizzò il pagamento di una grossa tangente al mediatore iraniano di cui la parte più importante, via Panama, era finita in Arabia Saudita.
Si sospettò che la tangente fosse tornata in Italia per strane vie e che fosse servita a finanziare la corrente lombardiana del Psi, in quel momento guidata da Signorile e Cicchitto, a cui Mazzanti era collegato. Il grande accusatore (o più esattamente il grande allusore) era Leonardo Di Donna, direttore generale dell'Eni, e candidato craxiano alla successione di Mazzanti. L'autore con dovizia di documenti e testimonianze dimostra che la tangente restò in Medio Oriente (sebbene risulta che non mancassero altri finanziamenti Eni ai capi lombardiani Signorile e Cicchitto). Emerge la grande spregiudicatezza di Craxi e Formica, che giocano a "fotticompagno", distruggendo il peso della componente lombardiana nel loro partito. Travolto fu anche Giorgio Mazzanti, che veniva dal campo della ricerca (era stato, insieme al Nobel Giulio Natta, l'inventore del Moplen).
Si sospettò che la tangente fosse tornata in Italia per strane vie e che fosse servita a finanziare la corrente lombardiana del Psi, in quel momento guidata da Signorile e Cicchitto, a cui Mazzanti era collegato. Il grande accusatore (o più esattamente il grande allusore) era Leonardo Di Donna, direttore generale dell'Eni, e candidato craxiano alla successione di Mazzanti. L'autore con dovizia di documenti e testimonianze dimostra che la tangente restò in Medio Oriente (sebbene risulta che non mancassero altri finanziamenti Eni ai capi lombardiani Signorile e Cicchitto). Emerge la grande spregiudicatezza di Craxi e Formica, che giocano a "fotticompagno", distruggendo il peso della componente lombardiana nel loro partito. Travolto fu anche Giorgio Mazzanti, che veniva dal campo della ricerca (era stato, insieme al Nobel Giulio Natta, l'inventore del Moplen).
La tangente rimase in Medio Oriente, probabilmente per ragioni di politica estera, forse per un finanziamento ai palestinesi. Ma questa è un'altra storia.
Libro da leggere. Avvincente come un giallo.
Nessun commento:
Posta un commento