Alla serata
Voi, io e una grassa signora,
Chiusa in silenzio la porta,
Ci allontanammo dal chiasso generale.
Io suonai le mie "Kuranty",
Ad ogni momento cigolava la porta,
Entravano gran dame e bellimbusti.
Colsi l'ammicco dei vostri occhi,
E insieme uscimmo dalla porta,
E tutti all'improvviso parvero lontani.
Al piano era rimasta la signora grassa,
I bellimbusti si ammassavano come un gregge alla porta,
Un'elegante fatalona rideva a squarciagola.
E noi saliamo per la scala oscura,
Aprimmo la porta sconosciuta,
Il vostro sorriso si faceva più languido.
Gli occhi si velarono d'amore
E già altre porte avevamo chiuso...
Se queste notti giungessero più spesso!
da Il racconto interrotto, in "Poesia", Anno I n.3, marzo 1988
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