9.1.13

"Berlicche e berlocche" (Carlo Lapucci)

Nel Dizionario dei modi di dire della lingua italiana di Carlo Lapucci (Garzanti Vallardi, 1979) trovo la "voce" che segue, con la curiosa e divertente congettura del Giacchi. Con un significato analogo al “fare berlicche e berlocche”, ma intensificato, si usa in Sicilia l’espressione “aviri centu facci comu la cipudda”. Immagino che si alluda agli strati di cui si compone il sapido e salubre prodotto dell’orto, ma cerco conferme nella Rete. (S.L.L.)
Fare berlicche e berlocche
Tergiversare, essere volubile, fare un voltafaccia, non mantenere la parola o una promessa.
L'etimologia è incerta. 'Berlicche' è il nome scherzoso del diavolo, diffusosi, pare, con le marionette. La frase, secondo alcuni viene da aber nicht (ma no), aber doch (ma si), parole che si usano in tedesco come le equivalenti italiane.
L'ipotesi più suggestiva, anche se ugualmente incerta, la formula il Giacchi: «Fra i nostri burattini ve n'è uno che figura il diavolo e presenta, come gli antichi mimi greci e romani, due persone a facce diverse, che da una si chiama berlicche e dall'altra berlocche, secondoché viene girato dal burattinaio».

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