9.1.13

La "lussuria" tra esuberanza e desiderio (Patrizia Calefato)

Patrizia Calefato
«Lussuria» è la parola nella quale si incunea, in una radice mai spezzata, quel «lusso» la cui ricerca e la cui impresa motivano nel nostro tempo investimenti e spostamenti di capitali sempre costellati da discorsi aziendali e mediatici che hanno l'ambizione di confezionare una «distinzione» nel consumo. Nella lingua latina «luxuria» era l'esuberanza, l'eccesso, la sovrabbondanza - particolarmente nella vegetazione, universo semantico da cui viene il nostro aggettivo «lussureggiante». Traslato, questo termine indicava fasto, lusso, profusione, sontuosità; ma anche mollezza, vita voluttuosa, sfrenatezza, intemperanza, lascivia. La parola «luxuria» vive ancora, oltre che nel modo in cui il lusso è espresso nelle lingue direttamente debitrici del latino, anche in lingue come l'inglese o il tedesco, quale nucleo etimologico di «luxury» e di «Luxus». In questa catena di significanti, sussiste una interessante coincidenza che si concentra nel termine «lust» il cui significato è «lussuria» in inglese, «desiderio» e «piacere» in tedesco.

"il manifesto" 2 ottobre 2011

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