Sciascia commenta un antico libretto di versi di Tommaso Di Ciaula, a quel tempo operaio metalmeccanico. Io ho aggiunto, a mo’ di appendice, una lirica del poeta pugliese, come operaio oramai in pensione. Le impressioni del maestro di Racalmuto mi sembrano confermate. (S.L.L.)
Tommaso Di Ciaula |
Un operaio pugliese (tornitore meccanico alla Pignone Sud di Bari) mi manda un suo libretto di versi. Si chiama Tommaso Di Ciaula: e il cognome inevitabilmente rimanda alla novella di Pirandello Ciaula scopre la luna (un mio amico, uomo di scienza che profondamente ama la letteratura, parlò di questa novella, a Houston, a uno dei reduci dalla Luna: e l'astronauta ne ebbe vivissima impressione, pregò gliela facesse leggere; e il mio amico la tradusse in inglese e gliela mandò. E io trovo bellissimo e consolante il fatto che uno che ha messo piede sulla Luna abbia risentito lo stupore e la commozione del povero carusu siciliano che scopre la luna lontana). E anche Di Ciaula, uscendo dalla Pignone Sud come Ciaula dalle tenebre della zolfara, scopre la sua luna: un senso luminoso delle cose, delle memorie, delle pene; la solitudine che si apre in comunione con le cose; le cose che si aprono in simboli. Una poesia che ha radici contadine, che ancora legge il mondo attraverso quel sentire, quei concetti, quelle immagini; che ancora istituisce col mondo un rapporto magico. E mi viene il ricordo di quel saggio di uno studioso spagnuolo, letto anni fa nella rivista che fu di Ortega, in cui si dice che (spero di non ricordare male) in effetti parliamo di una civiltà industriale così come parliamo della quarta dimensione: di una cosa cioè inverificabile. La vecchia, dura, « impossibile » civiltà contadina. Ma la civiltà industriale?
Da Nero su nero, Einaudi, 1979
Un leggero vento
Una poesia di Tommaso Di Ciaula
Un leggero vento
mi ripara dalle stelle,
azzurri i muri e peperoncino
m’inchino alla polvere e rane,
un leggero vento che cresce
accendi un lume
t’avvicini leggera
ma hai capelli forti e neri
cosce massicce
si calma il vento
si adagia tra le vigne.
Un gatto, una farfalla bianca
mi soffoca nella stanza
un forte odore di tufo.
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