Impadronirsi della
fortezza di Fenestrelle, orgoglio del Piemonte sabaudo, per issarvi
la bandiera borbonica e sfidare poi il Regno d'Italia con azioni di
guerriglia, da condurre nella provincia di Torino. È un ardito piano
sventato giovedì 22 agosto 1861. Lo rende noto l'«Eco delle Alpi
Cozie», poi ripreso dalla «Gazzetta del Popolo». Raccontano di un
colpo di mano scoperto grazie a una delazione. Lo hanno ideato 260 ex
militari borbonici. Presi prigionieri nel Mezzogiorno, erano stati
inviati «in osservazione» nella fortezza. Non si trovavano in
regime di stretta detenzione poiché non parevano ostili a Vittorio
Emanuele II. Le autorità militari li sottoponevano ad «addestramento
disarmato», per indurli ad arruolarsi nell'esercito italiano, come
avevano già fatto altri ex borbonici, poi chiamati a prestare
servizio nel presidio di Fene. Ma è proprio questa situazione che ha
suscitato l'idea di organizzare una beffa militare ai Piemontesi. Il
piano dei 260 congiurati prevedeva di agire alle 18 di sera. A
quell'ora gli ufficiali del presidio sono a mensa e i soldati in
libera uscita. Gli insorti, divisi in quattro squadre, avrebbero
svuotato l'armeria, attaccato il comando, occupato l'ingresso della
fortezza e i suoi punti strategici. Una volta issata la loro bandiera
e preso il denaro custodito nelle casseforti, sarebbero fuggiti, per
darsi alla guerriglia. Li ha traditi pero' una lettera, inviata da un
soldato napoletano, ostile alla sommossa.
Nella rubrica
Centocinquanta anni dopo, “La
Stampa”, 22 agosto 2016
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