► PERUGIA - Esistono in
città e campagne umbre comunità nascoste ai più: sono le colonie
feline, che ospitano gruppi di gatti, aggregati in numero più omeno
grande e sempre fluido, con mici che vi rimangono una vita e altri
che vanno e vengono, per vari motivi. Una mappa difficile da
disegnare con precisione quella delle colonie feline in Umbria, ma
che tocca tutta la regione: le città più grandi come i borghi più
piccoli, i centri storici come le periferie. Ad accudirli gattare e
gattari, incantati dal fascino seduttivo di queste bestiole e animati
da senso civico. Passione per i loro protetti, impegno, rinunce,
fatica, capacità di sacrificio, talvolta dolore - i mici sono il
bersaglio facile della malvagità umana - sottolineano la giornata
delle gattare e dei gattari. Un mondo, il loro, assai composito.
Lontano dal luogo comune che vede donne spinte dalla solitudine in
giro per colonie a riversare i propri affetti sui gatti abbandonati.
Tanto che in Umbria il decano dei gattari “ufficiali” è un uomo,
un gagliardo ultranovantenne, Raffaele Tancini, bancario in pensione,
colonna fin dall’inizio dell’Enpa di Perugia. Tancini si occupa
quotidianamente della colonia della Canapina, nel centro storico di
Perugia, la prima, in ordine di tempo, colonia Enpa ufficializzata e
i cui abitanti sono stati tutti sterilizzati.
A San Mariano, popolosa
frazione del comune di Corciano, è Simone Brizi, 45 anni, che a un
lavoro che lo occupa tutto il giorno e alla famiglia, alterna le cure
di due colonie da solo e altre due in condivisione con altre persone.
Piccole colonie sparse tra San Mariano, San Fortunato della Collina,
Tavemelle, una trentina di mici in tutto. Brizi racconta: “Sono
nato in una famiglia che ha sempre avuto in casa animali, il
passaggio alle colonie feline è stato naturale. È un vero impegno,
anche perché quando ti individuano come “gattaro” ti abbandonano
i gatti vicino a casa, anche piccoli e magari anche gatte incinta. I
gatti delle colonie che seguo vengono visitati dal veterinario
regolarmente e vengono anche sterilizzati. A spese mie e dei
‘colleghi’ gattari: l’Asl ha il dovere di sterilizzarli e lo
fa, senza problemi. Ma prendere un appuntamento con loro è
macchinoso, anche perché i gatti delle colonie sono difficili da
acchiappare. Magari il giorno dell’appuntamento per l’intervento
ti sfuggono, mentre un giorno qualsiasi riesci a prenderli e portarli
dal veterinario. Oltre alle colonie tengo in casa otto gatti, i miei
genitori ne hanno nella loro abitazione altrettanti”.
Clara Capitanucci, una
simpatica signora di Perugia ex dipendente del Comune, da almeno 12
anni si occupa di colonie feline, attualmente in numero di cinque,
oltre ai sei mici che vivono con lei e con il suo compagno. Non
proprio contento dell’attività di Capitanucci ma rassegnato (si
sono conosciuti prima dell’inizio dell’attività di gattara della
sua compagna, ridendo rimarca sempre che se l’avesse previsto
l’avrebbe ignorata fin dall’inizio) tanto da accompagnarla di
colonia in colonia. Capitanucci ha iniziato per caso, un collega ne
teneva una vicino all’ufficio e, andando in pensione, ha deciso di
affidargliela. Ora si alza tutte le mattine alle cinque, per iniziare
il suo giro.
Per Giuseppe Moscatelli,
che è anche guardia zoologica e vice presidente dell’Enpa di Temi,
la vita di gattaro è in coppia con la moglie Rosa, conosciuta da
tutti come Rosella. “La nostra - dice Moscatelli - è una scelta di
vita, una condivisione di coppia”.
Nel Ternano alcune
gattare sono state riconosciute come “cooperatrici di colonia
felina”. Quanto ai Moscatelli si occupano di un rifugio bene
organizzato di 82 mici, che godono di cibo, lettiere ma anche tante
coccole e, se necessario, vengono portati in casa, nutriti con il
biberon, curati a dovere. Ivana Testarella, gattara, tesoriera
dell’Enpa di Narni, si occupa di felini in collaborazione con
gattari e associazioni, ma anche tanti volontari che offrono la loro
collaborazione. Sono numerose le colonie nel Namese e dintorni,
chiedono tempo, lavoro e soldi. Il Comune di Narni ha messo a
disposizione due stanze per mici malati ed è collaborativo. Ma
Testarella e i gattari locali si autotassano, organizzano giornate di
raccolta nei negozi di alimentari, iniziative a offerta libera,
incoraggiano donazioni anche piccole di crocchette, sabbia per le
lettiere, medicine. E quando possono aiutano pensionati senza mezzi
che hanno animali in casa, cercando e donando generosità.
Corriere dell'Umbria, 19 gennaio 2016
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