12.2.16

C'era una volta a Caltanissetta (S.L.L.)

Una delle librerie Cavallotto di Catania, oggi. 
C'era una volta a Caltanissetta una grande cartolibreria, sotto i portici, intitolata al nome del proprietario, Cavallotto.
Faceva concorrenza alla storica libreria editrice di Salvatore Sciascia, quella per cui Leonardo Sciascia (che non era parente) dirigeva la rivista "Galleria" e curava una collana di amabili libretti.
L'editore Sciascia davanti alla sua libreria (Foto Quatriglio)
Ma il libraio Sciascia era propriamente libraio, per cui nel suo negozio - per quanto piccolo - ti sentivi in un luogo sacro e trovavi, quando ne avevi bisogno, ascolto e consiglio da chi i libri li amava. Cavallotto, benché non privo di interessi culturali, più che libraio era commerciante: il suo negozio era di certo più assortito, ma nessuno sapeva farti da guida. Ebbe comunque successo (vendeva lo scolastico in una città piena di studenti), tanto che volle trasferire l'attività in una grande città, Catania, dove la sua libreria acquistò presto la fama di essere la più fornita.
Mio suocero era frequentatore della libreria Sciascia (anche se con lo scrittore non andava d'accordo), ma talora le sue frenesie di bibliofilo lo portavano anche nell'altra libreria nissena. Sopportava in genere le manifestazioni di incompetenza, ma una volta sbottò e disse al proprietario: "Lei non è un Cavallotto, è un asinotto".
Di questa storia mi sono ricordato improvvisamente ieri, mentre stavo al settimo piano, in cardiologia, in attesa. Ho visto il primario che si chiama Cavallini e ho immaginato che uno o una gli dicesse: "Lei non è dei Cavallini, è degli asinelli". Che il medico meriti la battutaccia non lo credo. Neanche Cavallotto del resto meritava quella sfuriata.

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