Una delle librerie Cavallotto di Catania, oggi. |
C'era una volta a Caltanissetta una grande cartolibreria, sotto i
portici, intitolata al nome del proprietario, Cavallotto.
Faceva concorrenza alla storica libreria editrice di Salvatore
Sciascia, quella per cui Leonardo Sciascia (che non era parente)
dirigeva la rivista "Galleria" e curava una collana di
amabili libretti.
L'editore Sciascia davanti alla sua libreria (Foto Quatriglio) |
Mio suocero era frequentatore della libreria Sciascia (anche se con
lo scrittore non andava d'accordo), ma talora le sue frenesie di
bibliofilo lo portavano anche nell'altra libreria nissena. Sopportava
in genere le manifestazioni di incompetenza, ma una volta sbottò e
disse al proprietario: "Lei non è un Cavallotto, è un
asinotto".
Di questa storia mi sono ricordato improvvisamente ieri, mentre stavo al settimo piano, in cardiologia, in attesa. Ho visto il primario che si chiama Cavallini e ho immaginato che uno o una gli dicesse: "Lei non è dei Cavallini, è degli asinelli". Che il medico meriti la battutaccia non lo credo. Neanche Cavallotto del resto meritava quella sfuriata.
Di questa storia mi sono ricordato improvvisamente ieri, mentre stavo al settimo piano, in cardiologia, in attesa. Ho visto il primario che si chiama Cavallini e ho immaginato che uno o una gli dicesse: "Lei non è dei Cavallini, è degli asinelli". Che il medico meriti la battutaccia non lo credo. Neanche Cavallotto del resto meritava quella sfuriata.
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