Nathaniel Hawthorne si
fermò due giorni a Perugia, il 28 e il 29 maggio del 1858. Del suo
soggiorno in Italia scrisse in “Passages from the French and
Italian Note-Books” e in “The Marbles Faun”. Perugia
fa da sfondo scenografico in un intero capitolo del romanzo. Qui, lo
scrittore americano raccontò il mondo brulicante di venditori,
cianfrusaglie, ortaggi, frutta, animali, artisti di strada che
invadevano la piazza nel giorno di mercato.
Lo scrittore commentò
così la sua visita al Duomo:
... il cui interno ci impressionò molto, oscuro con la luce che filtrava da finestre dipinte e colorate, a tal punto che all’inizio sembrava quasi buio e potevamo vedere solo lo scintillio delle candele sugli altari. Ma dopo pochi minuti distinguemmo le alte colonne ottagonali della navata, colonne in marmo, che sostenevano una bellissima volta di archi incrociati. La chiesa non era né gotica né classica, ma un misto di entrambi gli stili, e più probabilmente barbara; in più era di grande effetto nella sua luce soffusa e mi convinse più che mai della piacevolezza degli edifici religiosi che hanno finestre adorne di pitture.
Da Perugia,
Unicopli, Milano, 2014
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