4.2.18

Archeologia. Il cavaliere dai tre corpi (Clara Valenziano)

NAPOLI
Dopo quelli di Riace, l'archeologia ci restituisce un altro bronzo; un cavaliere sul suo cavallo. È stato trovato a Miseno e sarà visibile al pubblico a partire dal 18 giugno prossimo nel museo di Napoli. Niente a che vedere con i Riace: qui l'impatto è di tutt' altro genere. Manca buona parte del corpo del cavallo e questo crea dei punti di vista obbligati. Da dietro, per esempio, le gambe divaricate e nervose di questo cavaliere verde, la corta tunica al vento, la mano che tira le briglie, il busto che si getta indietro per bilanciare l'impeto del cavallo, creano una forte sensazione di movimento. E anche frontalmente c'è molta agitazione: per l'improvviso strattone il cavallo si è impennato, ha sollevato ambedue le zampe anteriori; la testa, poi, così scattante e nervosa, le vene a fior di pelle e le froge dilatate, è davvero straordinaria.
Invece è la faccia del cavaliere che lascia interdetti: non è affatto un giovane, è un signore d'età, dal naso aquilino, gli occhi piccoli, le palpebre pesanti. Chi è? È l' imperatore Nerva, settantenne; ma è anche Domiziano; ed è anche Alessandro Magno. Come siano confluite tre persone in una sola statua non è difficile da spiegare: l'imperatore Domiziano, che scatenò il terrore ma fu anche un grande conquistatore, essendo, come tutti i Flavi, basso e grassottello, si fece rappresentare col corpo di Alessandro Magno, copiando una famosa statua in cui il re macedone con una mano frena il cavallo e con l'altra scaglia un giavellotto. Solo la testa era un vero ritratto di Domiziano.
Però poi Domiziano fu assassinato e le sue statue abbattute. Ma non questa. Qui si fece un lavoro di trapianto: la testa di Domiziano fu tagliata in due come un melone e la parte anteriore sostituita con la faccia di Nerva. Col risultato che, a guardar bene la testa del cavaliere, i capelli sono per metà quelli di Domiziano e per metà quelli di Nerva.
Le storie delle vecchie scoperte archeologiche avevano quasi sempre lo stesso inizio: un contadino stava arando il suo campo quando, improvvisamente, il bue sprofondò in una voragine.

“la Repubblica”, 5 aprile 1987  

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