13.2.18

Elio Vittorini, fuga d'amore a Gorizia con la sorella di Salvatore Quasimodo

A corredo dell'annuncio di un convegno dedicato a Vittorini nel centenario della nascita organizzato dall'Università di Udine con la direzione scientifica del convegno di Anna Panicali, il “Messaggero Veneto” pubblicò un breve articolo di curiosità biografiche, di cui riprendo qui un ampio stralcio. Nel sito dei giornali collegati al gruppo editoriale “La Repubblica – L'Espresso”, donde l'ho recuperato, manca l'indicazione dell'autore. (S.L.L.)
Elio Vittorini con la moglie Rosa Quasimodo
«Nato a Siracusa nel 1908, Elio Vittorini se ne andò dalla Sicilia a 17 anni per lavorare a Gorizia come edile...». Comincia così la biografia del grande scrittore diffusa alla vigilia del convegno che l'università di Udine gli dedicherà a cominciare da martedì. Ma dietro l'indicazione riguardante la città isontina c'è una storia che lo lega a un altro gigante della letteratura italiana, siciliano pure lui. Sveliamo questo piccolo mistero. Primo di quattro fratelli, Vittorini ( nella foto in alto a sinistra) nasce appunto da Lucia Sgandurra e Sebastiano Vittorini. Seguendo gli spostamenti del padre ferroviere, trascorre l'infanzia «in piccole stazioni con reti metalliche alle finestre e il deserto intorno». Insistentemente in tutta la sua opera sarà presente il fascino del treno e del viaggio. Inquieto e ribelle, durante l'adolescenza fugge diverse volte da casa «per vedere il mondo», utilizzando i biglietti omaggio cui hanno diritto i familiari di un dipendente delle ferrovie. Nel 1924 entra in contatto con un gruppo di anarchici siracusani in lotta contro lo squadrismo fascista e interrompe gli studi tecnici a cui i genitori l'hanno destinato. Quindi decide di lasciare definitivamente la Sicilia e si stabilisce a Gorizia, dove troverà lavoro in un'impresa di costruzioni. Nel 1926 pubblica un articolo politico sulla rivista “La conquista dello Stato”, assumendo posizioni di fascismo antiborghese. E nel 1927 grazie all'amicizia con Curzio Malaparte comincia a collaborare con “La Stampa” e pubblica su “La Fiera letteraria” il racconto il Ritratto di re Gianpiero con presentazione di Enrico Falqui.
Ed eccoci al punto forse più interessante della vicenda goriziana. Elio si innamora di Rosa, la giovanissima sorella di Salvatore Quasimodo, futuro premio Nobel, siciliano di Modica e pure lui figlio di ferroviere. Il 10 settembre 1927, dopo la fuga architettata per potersi sposare subito, viene celebrato il matrimonio "riparatore" con Rosa Quasimodo e nell'agosto del '28 nascerà il loro primo figlio, chiamato, in omaggio a Curzio Malaparte, Giusto Curzio. In questo periodo Vittorini intraprende la lettura di alcuni dei maggiori scrittori europei, fra cui Gide, Joyce e Kafka, e nel frattempo le sue collaborazioni si estendono. Nel '29 suscita scandalo un suo articolo contro il provincialismo della cultura italiana. Vittorini comincia ad essere considerato «uno scrittore tendenzialmente antifascista». Quindi perde le collaborazioni «ai giornali che pagano» e comincia a collaborare con una piccola rivista fiorentina, «Solaria».
Grazie al suo direttore, Giansiro Ferrata, realizza infine il sogno di vivere a Firenze, dove nel 1930 si trasferisce con la famiglia. E qui arriva anche Salvatore Quasimodo che nel frattempo aveva pure raggiunto per un certo periodo a Gorizia la sorella e il cognato.
Sul periodo goriziano dei tre e in particolare dei due giovani intellettuali non ci sono particolari testimonianze, a parte lettere scritte da Rosa.


Messaggero Veneto, 10 maggio 2008  

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