Riprendo, con la nota
redazionale di presentazione, una bella poesia pubblicata più di
cinquant'anni fa in terza pagina dal quotidiano fondato da Antonio
Gramsci, in un tempo in cui non ero ancora comunista, ma ero lì lì
per diventarlo. (S.L.L.)
Il poeta spagnolo Marcos
Ana, che è rimasto per ventitré anni nelle carceri franchiste, sta
per pubblicare un nuovo volume di poesie. Usciranno, inoltre, un
volume di versi in Italia, forse presso l'editore Feltrinelli, e un
libro bilingue in Francia. Marcos Ana lavora anche alla composizione
di un libro sui suoi ventitré anni di prigione. S'intitolerà La
notte del carcere.
Giorni or sono, lo
scrittore spagnolo ci ha dato la sua più recente poesia, che
pubblichiamo nella traduzione di Rosa Rossi. (l'Unità)
Ieri,
il mio cuore
era il cortile quadrato
di una prigione.
Oggi,
il mio cuore
è una piazza rossa dove
cantano
il Martello e la Falce.
Ma ieri,
e oggi, il mio cuore,
a Burgos o a Mosca,
mantiene lo stesso
ritmo.
Dalla sua cella oscura,
o in riva al mare e al
sole,
una stessa bandiera,
una stessa canzone.
La tortura e la prigione
non ruppero la mia voce.
Non la cambierà l'aria
libera:
le darà, anzi, nuovo
fiato.
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