È facile leggere la
Bibbia. Si trova nei comodini degli alberghi come le saponette nei
bagni. È meno facile capirla.
La pazienza di Giobbe è
un modo di dire che non rende giustizia al personaggio. Era un
instancabile combattente capace di tener testa al suo dio che lo
trattava come uno straccio. Ma forse Junior non sarebbe d'accordo con
questa interpretazione.
«Maledetto il giorno in
cui son nato e la notte in cui fui concepito! Quel giorno sia
solamente tenebre... Quella notte sia preda dell'oscurità... Sì,
quella notte sia sterile, neanche un grido di gioia vi risuoni... Sia
maledetta perché non impedì la mia nascita, una vita di dolori e di
affanno. Perché non sono morto nel grembo di mia madre?» (Libro
di Giobbe).
Bisogna essere molto
sinceri e liberi di mente e di cuore per lanciare un'invettiva così
forte. Non in un momento di disperazione e di odio ma con lucida
determinazione, senza mordersi la lingua un momento dopo, senza
limitarsi a covarla in seno ma gridandola al cospetto di tutti.
Il
nespolo, Bollati Boringhieri,
2001
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