14.2.12

Michele Schirru. L'anarchico fucilato per l'intenzione di uccidere Mussolini

Giuseppe Galzerano, insegnante nel Cilento, per passione civile e culturale ha scelto, ormai da molti anni, di dedicare una parte notevole del proprio impegno alla ricerca storiografica e all’attività editoriale. Ha scelto, in particolare, di sottrarre all’oblio la tradizione del socialismo anarchico e libertario, le lotte dei contadini meridionali, i temi dell’emigrazione. Si deve ai suoi studi se momenti e figure importanti della lotta per le libertà sociali ci sono state riconsegnante nitide, con un importante corredo di documentazione, a cominciare dal cuoco Passannante, di cui in questo blog c’è traccia (http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2011/08/giovanni-passannante-lanarchico-i-fiori.html ). E poi Bresci, Galotti, Sbardellotto e altri.
L’ultimo lavoro di Galzerano, Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell'anarchico italo-americano fucilato per l'«intenzione» di uccidere Mussolini, che ha ottenuto nel 2010 a Nuoro il Premio Grazia Deledda, mi sembra particolarmente degno di attenzione. Riprendo qui un brano dalla retrocopertina nella speranza che una politica curiosità invogli qualcuno a procurarsi e a leggere il libro. Io lo farò. Per chi non trovasse il volume in libreria riporto gl’indirizzi di Galzerano; so che – giustamente – non lo dà in visione e che bisogna pagarlo, ma credo che valga la spesa.  (S.L.L.)
GALZERANO EDITORE
84040 Casalvelino Scalo (Sa)
tel. e fax 0974.62028
email: galzeranoeditore@tiscali.it
L’anarchico Michele Schirru, nato a Padria (Sassari) nel 1899, vissuto nella vicina Pozzomaggiore, emigrato negli Stati Uniti, cittadino americano, tornato in Italia nel 1930, a Roma la sera del 3 febbraio 1931 - sorpreso a letto con una ballerina ungherese - viene arrestato. Trovato in possesso di due bombe e di una pistola, dichiara senza alcuna esitazione ma con fierezza, lucidità e orgoglio rivoluzionario, che è sua «intenzione» uccidere il duce Benito Mussolini, che gli ha ispirato da sempre «odio e ribrezzo» e lo ritiene - come ha scritto nel Testamento politico - «un rettile dei più dannosi per l’umanità» prevedendo che scatenerà una nuova guerra.
Alla notizia dell’arresto, in Sardegna, la sorella, segretaria del fascio femminile, e il fratello sacerdote, lo rinnegano. Altrettanto fa il padre in Francia. Ma in Italia e soprattutto all’estero c’è chi lo approva e lo ammira, facendone l’apologia e subendo processi e persecuzioni. Finanche Mussolini esprimerà la sua ammirazione…
Durante i quattro mesi di detenzione, le lettere che scrive alla moglie e ai figli, al padre e ai compagni vengono illegittimamente sequestrate dalle autorità fasciste e sono pubblicate per la prima volta nel volume.
Pur essendo cittadino americano il governo degli Stati Uniti lo abbandona inspiegabilmente nelle mani sanguinanti dei fascisti. Deferito al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, processato il 28 maggio 1931, Michele Schirru - che non è colpevole né di aver commesso né di aver tentato alcun atto per realizzare il suo proposito - è spietatamente condannato a morte, tra gli applausi dei fascisti e della stampa asservita al regime. La condanna è un’aberrante mostruosità giudiziaria. La fucilazione alla schiena viene eseguita all’alba del giorno dopo.
Il plotone d’esecuzione - per ordine di Mussolini - è formato da ventiquattro volontari sardi.
Dopo aver rifiutato i conforti religiosi e prima che il piombo dei sicari fascisti squarci il petto generoso ed eroico, Michele Schirru grida alle coscienze dei suoi assassini: «Abbasso il fascismo! Viva la Libertà! Viva l’Anarchia!».
Nella ricorrenza dei defunti i poliziotti arrestano sei persone sorprese a spargere furtivamente dei fiori sulla tomba illacrimata: per quel gesto di umana pietà subiranno confino e persecuzioni fino alla caduta del fascismo.

1 commento:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Grazie per avermi fatto conoscere questa persona.

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