Leggo in ritardo la recensione di Lorenzo Mondo su “Tuttolibri” del 26 marzo 2011 di un libro di Giorgio Manganelli, Ti ucciderò mia capitale, Adelphi, che ne raccoglie racconti per lo più inediti o dispersi. Il supplemento pubblica, su autorizzazione dell’editore, l’incipit di uno dei racconti, La cartolina, fulminante. E tale da invogliare alla lettura.
Giorgio Manganelli |
Correvo a perdifiato sotto la fitta neve di Roma, stringendo, la mano nella tasca, la cartolina ricevuta quella stessa notte; correvo e piangevo, attraversavo monumenti, scostavo fradice volute corinzie; mendicanti pazienti, incredibilmente canuti, nevicati di vecchiaia, mi guardavano con placata riprovazione; ed io piangevo e correvo verso la stazione, quella minuscola stazione fitta di treni in decomposizione, coperti di edera e di muffa, e piangevo, giacché nella mia mano stringevo una cartolina di mio padre, arrivata quella notte, consegnata da un postino triste e sibilante, equivoco e tetro; una cartolina che portava la data di tre giorni prima, e due parole di mio padre: «Perché non ti fai mai vivo?»; e mio padre era morto da vent'anni.
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