Una riflessione di Sciascia, da Nero su Nero, riferita agli eventi di ieri, ma facilmente applicabile a quelli di oggi. L'inattingibilità di certi accordi, l'inviolabilità di certi segreti, anche a distanza di molti anni, deriva dal fatto che le mafie - come bene ha spiegato Giuseppe Carlo Marino nei suoi studi sulla storia della mafia siciliana e sulla odierna globalizzazione mafiosa - non agiscono fuori dallo stato o contro di esso, né all'esterno o ai margini dei poteri costituiti sovranazionali (la Banca Mondiale per esempio), ma ne sono parte integrante. Le trattative e gli accordi di vent'anni fa, per esempio, oramai nessuno può negare che vi furono, ma con successo si tenta di nasconderne i contenuti e i contraenti, colpendo come "corpi spuri" quei giudici democratici - come Ingroia - che non accettano di fermarsi sulle soglie degli arcana imperii. La ragione è che non si trattava tra lo Stato (con la maiuscola come taluni lo scrivono) e un organismo esterno (la mafia), ma si trattava e ci si accordava dentro lo stato, tra le sue diverse parti. (S.L.L.)
Leonardo Sciascia |
Tra gli elementi che Michele Amari adduce alla tesi che non da una congiura insorse il Vespro ma spontaneamente e immediatamente, c'è questo: che la preparazione della rivolta, e cioè la congiura, avrebbe avuto in sé i germi del sicuro fallimento, essendo impossibile in Sicilia condurre a buon fine un'impresa che vuole l'accordo di più persone e la segretezza. La constatazione si può estendere all'Italia intera; e specialmente sulle ammissioni e notizie che — chi sa perché ora e non prima — uomini e organi di governo hanno cominciato a fare e a dare sui tentativi di «golpe» da destra. Si sapeva tutto, insomma; e così precisamente e tempestivamente da riuscire a sventarli senza clamori, senza arresti, senza destituzioni. Che strano paese. E ci assale una preoccupazione: che se è impossibile l'accordo e la segretezza nei disegni eversivi che si fanno fuori dello stato o ai suoi margini, accordo e segretezza non sono invece impossibili dentro. Tanto è vero che solo ora, a distanza di mesi e di anni, gli italiani apprendono che sì, tentativi di « golpe » ci sono stati; o almeno disegni. E del resto tra il '19 e il '25 il fascismo non è venuto da fuori dello stato ma da dentro.
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