La voce italiana giulebbe deriva dall’arabo culto gulab, volgarizzato in guleb, a sua volta derivato dal persiano gul-ab, “acqua di rosa”. Il termine giunse in Occidente in tempi molto antichi, come vocabolo della nomenclatura medica, e valse ad indicare densi sciroppi di zucchero con varie infusioni di piante, fiori e frutti, talora ulteriormente raddensati con gomma arabica. Ne conseguì il valore figurato di “cosa troppo dolce”. Fu persino coniato il verbo giulebbare, con il significato di “cuocere in sciroppo di zucchero”, cui addirittura nel parlare quotidiano di certi toscani, adusi all’ironia, fu dato il valore figurato e intransitivo di “essere costretto a sopportare cosa o persona molesta”, testimoniato dall’ottocentesco vocabolario del Fanfani.
Negli Stati Uniti e in Inghilterra è diffuso un mint-julep, bevanda dissetante e tonica a base di foglie di menta pestate, che dicono assai gradevole e indicata per l’estate.
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