Renzi. Rottamatore o sfasciacarrozze? |
In tempo di crisi e di impoverimento dei poveri fioriscono le attività dei ComproOro. E’ sempre più facile trovare famiglie che per far fronte a necessità si privano degli stessi gioielli di famiglia e il prezzo del prezioso metallo tende costantemente a crescere: i ComproOro, sia quelli isolati che quelli legati a catene nazionali, possono permettersi di non fare gli esosi e di rispettare le quote indicate nei listini. A maggior ragione se, come lasciano intendere alcune inchieste della magistratura, non pochi esercizi della categoria sono direttamente o indirettamente al servizio delle mafie e delle organizzazioni criminali per il riciclaggio di denaro sporco.
Se si va da Agrigento all’aeroporto di Trapani con il bus di linea, che attraversa diversi paesi anche grandi, si scopre che, oltre ad essere tanti, i ComproOro cercano di attirare l’attenzione con insegne colorate e vistose, con manifesti e cartelloni. Il più curioso annuncio – mi pare – è proprio all’inizio del viaggio, alla stazione del pullman di Agrigento, in alto. Su un cartello a grandi caratteri si legge: “Rottama il tuo oro!”; e intorno sorrisi e promesse. Peccato non averlo potuto fotografare.
Il cartellone è anche un segno evidente (e, arrampicandosi, tangibile) dello straordinario successo del verbo rottamare e dell’astratto rottamazione. Nell’unico dizionario di cui dispongo a Perugia, il Garzanti, buono ma dei primi anni 70 del Novecento, i due lemmi non ci sono, ma non c’è neanche sfasciacarrozze; e di sfascio si dà un’unica definizione (“sfacelo: lo stato di cose sfasciate”), documentandone l’uso anche figurato e ascrivendo il vocabolo al lessico familiare.
Il successo di sfasciacarrozze e della nuova accezione di sfascio, come luogo ove si portano i rottami e gli sfasciacarrozze esercitano la loro attività, deve ricondursi proprio agli anni Settanta ed è tutt’uno con la nascita dei primi cimiteri delle automobili. Il successo di rottamare e rottamazione è invece più tardivo, legato alla pratica dei governi di favorire con incentivi economici la distruzione di vecchi oggetti di grande uso e consumo (prima automobili, poi frigoriferi e lavatrici, poi molte altre cose) e l’acquisto di nuovi.
Ne consegue che il portare qualcosa allo sfascio, pur liberando spazi, non è attività particolarmente gradita, poiché nulla si guadagna e qualche volta perfino si paga, mentre rottamare è bello, dato che arreca un’utile supplementare. Nessun ComproOro suggerirebbe di “portare allo sfascio i gioielli”, mentre a rottamarli si otterranno dei denari che – come spiega il cartellone – “spenderai come vuoi”. Rottamazione è libertà.
Ben lo ha capito Renzi: aveva parlato all’inizio della “purga dei capi”, ma l’espressione rammentava troppo l’olio di ricino; meglio offrirsi come rottamatore. C’è però, nascosta, una magagna: Renzi, per la consegna di D’Alema, Veltroni, Turco, Bindi, Finocchiaro, non promette alcun incentivo, alcun compenso. C’è la soddisfazione di liberarsi di siffatti ingombri, ma non c’è incentivo, corrispettivo: depositati i rottami, nulla si ottiene in cambio. Credo che per Renzi l’appellativo giusto sia sfasciacarrozze.
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