PALERMO, 28 aprile
Le questioni della
democrazia, della libertà e della pace sono state questa sera al
centro di una possente manifestazione di comunisti e di democratici
palermitani. Per ore e ore — centinaia di giovani e di ragazze alla
loro testa —, migliaia di cittadini hanno riaffermato con forza e
con entusiasmo con la necessità e la volontà di imporre una
profonda svolta alla vita del Paese, prima davanti al carcere
dell'Ucciardone (dove da un anno è rinchiuso il compagno Padrut),
poi paralizzando con un imponente corteo tutto il centro della città,
ed infine partecipando ad un comizio del compagno Gian Carlo Pajetta
in piazza Politeama.
Ieri a Roma — ha detto
Pajetta —, a confermare la sua volontà di provocazione e di
ostentata prepotenza, il governo ha fatto attaccare brutalmente,
bastonare, arrestare i ragazzi dell’università e del liceo che
dimostravano per chiedere la liberazione dei loro compagni arrestati.
Ci compiaciamo che l'“Avanti!” abbia riferito con sdegno delle
vio lenze poliziesche e le abbia deplorate. Ci auguriamo che questa
volta anche Pietro Nenni ne abbia saputo qualcosa — dal momento che
non mostra ancora di capire che Padrut è in galera da un anno —, e
che le pagine della cronaca contemporanea gli abbiano ricordato che
certe memorie non appartengono solo al libro ormai chiuso della
storia antica.
Ma Pietro Nenni — ha
proseguito Pajetta — è il vicepresidente del Consiglio: la sua
deplorazione, se ci sarà, può avere come sede proprio il Consiglio
del ministri; ma il ministro Taviani, che ama ricorrere al bastono
della Celere, ha come sottosegretario un socialista: la protesta di
questi potrebbero essere le dimissioni. Quelli che chiedono più voti
agli elettori — ha concluso Pajetta — hanno una buona occasione
per adoperare la forza che hanno attualmente, e frenare la prepotenza
democristiana rifiutandosi, oggi, di farsene succubi, il che
significa di accettare di esserne complici.
Della sua prepotenza, la
DC aveva dato ancora stamane, proprio a Palermo, una prova clamorosa
con un gesto di protervia, quello di piazzare accanto a Rumor — sul
palco di un cinema dove il segretario democristiano ha pronunciato un
preoccupato discorso — tutti i più chiacchierati notabili della
Sicilia occidentale: dai saccheggiatori di Agrigento, agli amici dei
mafiosi, agli uomini coinvolti in altri clamorosi scandali.
1967. Una delle manifestazioni per Padrut organizzate dalla Fgci nelle città italiane |
«Gli amici della DC sono
in libertà — gridava appunto una delle parole d’ordine scandite
pili tardi davanti all'Ucciardone —, i giovani che lottano per la
democrazia e per la pace e l’indipendenza del Vietnam, bastonati,
denunciati, incarcerati». L’affettuosa manifestazione di
solidarietà al compagno Padrut era durata a lungo, caratterizzata
chi un forte spirito di lotta. Erano più di mille i giovani operai
che al tramonto dal carcere si son mossi per le vie del centro alla
testa di un corteo che man mano si ingrossava di cittadini, di donne,
di esponenti della cultura (lo scrittore Michele Pantaleone, il poeta
Antonino Uccello, ecc.) e che altre migliaia di palermitani di lì a
poco avrebbero accolto con entusiasmo nella grande piazza Politeama.
"l'Unità", 29 aprile 1968
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