12.4.18

I bambini ci parlano. A lezione con gli egizi (Giuseppe Caliceti)


Ieri a scuola è venuto a trovarci il dottor Magnani per parlarci degli Egiziani. Cosa ricordate? «Quando ci ha detto che lui non è un archeologo, è un dottore in pensione, ma ha letto molti libri sugli egiziani e allora è diventato un po' esperto». «Io ricordo le scene del film sugli egiziani che ci ha fatto vedere. Ricordo i loro vestiti».
«A me non è piaciuto. Io spero nella prossima volta, quando andremo al Museo archeologico di Parma a vedere la sezione sugli egiziani». «Anche a me da grande piacerebbe essere esperto di un argomento per andarlo a spiegare nelle scuole ai bambini». «Io ci sono rimasto un po' male perché Magnani ci aveva promesso che ci avrebbe truccato come le donne e gli uomini egiziani e poi non c'è stato il tempo. Spero che ci trucchiamo un'altra volta, se riesce a tornare nella nostra scuola».
Mi dite le cose che non sapevate sugli egiziani che Magnani ci ha detto? «Io non sapevo che “obelisco” vuol dire “spiedino” e “piramide” vuol dire “torta di farina”». «A me è piaciuto quando ci ha insegnato a disegnare l'Ank, cioè la chiave della vita. Perché io l'avevo già vista ma non sapevo cosa era». «Ci ha spiegato che ogni faraone aveva molte mogli, ma solo una poteva dargli degli eredi e per questo si chiamava la Grande Sposa. Sul sussidiario questa cosa non c'era scritta». «Io non sapevo che l'olio era usato come antinsetticida per tenersi puliti e anche come crema solare per proteggersi dal forte sole dell'Egitto».
Vi ricordate cosa sono gli Ushapti? «Sì, sono quelle statuine che i faraoni si mettevano vicini al sarcofago nelle loro tombe. Erano i servi per l'aldilà. Così quando rinascevano dovevano fare meno fatica. Quando rinascevano erano già serviti. Come dei signori». «Magnani ci ha detto che gli Ushapti hanno sempre le mani incrociate e in mano tengono un piccola zappa e un sacchettino con dentro del grano. Perché questo voleva dire che avrebbero avuto sempre molto da mangiare, cioè che sarebbero stati bene». Però non c'erano anche degli Ushapti guerrieri? A me sembra di sì. «No, quelli non sono Ushapti».
Ci sono altre cose che vi hanno colpito? «Sì. Quando ha spiegato che gli scribi picchiavano con un bastone gli allievi non attenti. Però non avevano tanti allievi, perché potevano diventare scriba solo i figli degli scribi o pochi altri, secondo me». «A me ha stupito quando ha spiegato che nel sarcofago sono disegnati sempre occhi e una porticina per consentire al morto di guardare e, uscendo, di rinascere». «A me ha fatto impressione quando ha detto che gli egiziani tagliavano le mani ai nemici per sapere quanti ne avevano uccisi».

il manifesto” GIOVEDÌ 11 APRILE 2013


Nessun commento:

statistiche