4.4.18

Al divisionista piace la Panzer Division (Michele Serra)

Joseph Thorak, Cameratismo (1937)

Dopo la scoperta, a Monaco di Baviera, di più di mille capolavori del Novecento rubati dai nazisti alle famiglie ebree e ai musei di tutta Europa, continua senza sosta il lavoro degli inquirenti. Un paio di Chagall sono stati ritrovati domenica scorsa nella curva della Lazio, che li teneva in custodia per conto degli eredi Goering. Uno dei capi ultras, Salvatore Mustafà detto “l’Ariano”, per sicurezza ci si è seduto sopra negli ultimi sedici campionati. Secondo i restauratori la forma ormai convessa delle tele è rimediabile, meno facile sarà cancellare le tracce di sugo di polpetta, un rosso molto vivo che per altro lo stesso Chagall avrebbe forse apprezzato.

ARTE EDIFICANTE
Nelle case dei gerarchi erano esposte solo le opere edificanti della scuola “Grossen Karroserie”, raffiguranti uomini nudi molto muscolosi con lo sguardo fisso a un radioso futuro. Un’altra corrente molto cara ai nazisti era la “Krante Germania” (la denominazione, ancora oggi, non è chiara agli studiosi), che ritraeva uomini nudi molto muscolosi con lo sguardo fisso a un radioso futuro. Più trascurabile, se non altro per il formato, la scuola miniaturista che raffigurava uomini nudi molto muscolosi eccetera, ed ebbe grande merito nello sviluppo dell’industria delle lenti di ingrandimento. Quanto al ruolo della donna nell’arte, i nazisti lo tenevano in gran conto, tanto da organizzare a Baden Baden una mostra dei cuscini a punto croce realizzati da Eva Braun. Raffiguravano uomini nudi molto muscolosi eccetera.

I PRIMI SOSPETTI
I primi influssi dell’arte degenerata sull’estetica tedesca furono chiari quando Otto Wurstel, allievo del maestro Sepp Kraut, cominciò a dipingere coppie di uomini nudi molto muscolosi ma con lo sguardo fisso, anziché sul futuro radioso, sui rispettivi genitali. Processato per attività antitedesche, si difese sostenendo che avevano posato per lui gerarchi, ufficiali delle SS, dirigenti del partito nazista, e nonostante li invitasse continuamente a fissare lo sguardo sul radioso futuro loro continuavano a fissarsi reciprocamente gli organi sessuali, mandandosi anche bigliettini durante la pausa per la merenda. Da allora la lotta del nazismo all’arte degenerata fu senza tregua. L’ordine era (dai verbali dell’epoca): “Tofete tistruggere tuti qvadri tofe non c’è krossen uomo nudo con krossen muskoli und squarto rifolto a futuro!!” Parole che, a rileggerle oggi, mettono i brividi.

GLI EQUIVOCI
Non mancarono gli equivoci. Il direttore di un museo berlinese, fervente nazista, acquistò numerose opere del Divisionismo convinto che si trattasse di un omaggio alle Panzer-Division. Quando vide i quadri e si accorse che ritraevano mucche che ruminavano, per giunta sgranate come se il pittore avesse problemi alla vista, si tolse la vita per il disonore.

L'ORDINE DISATTESO
Ma come è possibile, si chiedono gli storici, che i nazisti, invece di bruciare quelle orribili opere (Picasso, Braque, Matisse, Klee, Renoir, Chagall, l’astrattismo, l’impressionismo, il cubismo, l’espressionismo e tutte le altre tragiche contaminazioni dell’influenza giudaica sulla purezza dell’arte ariana), abbiano fatto incetta di quelle opere di arte degenerata? Perché non le hanno distrutte? Ecco una ipotesi: l’arte non degenerata di regime confluì ben presto in una sola, vasta corrente, la Stube Kunst (“arte della stufa”), così detta perché tele anche molto grandi venivano dapprima appallottolate con cura, poi usate per accendere la stufa. Solo una piccola parte delle opere, appena ritoccate, vennero contraffatte scrivendo sul retro “realismo socialista” e rivendute a Stalin, che non si accorse mai della truffa. Nel contempo, l’arte degenerata saliva vertiginosamente di valore. Il sospetto, dunque, è che tra un quadro che valeva dieci marchi e un quadro che valeva un milione di marchi, i nazisti preferirono tenersi il secondo.

L'Espresso, 4 novembre 2013

Nessun commento:

statistiche