Attide, Gongila,
Anactoria, le fanciulle oggetto di quell'«amore che squassa l'anima»
come «vento sulle querce», nella poesia di Saffo sono presenze vive
e sensuali, l'una «piccola e senza grazia», l'altra «circonfusa di
desiderio» nella «tunica bianchissima». Questa concretezza e
precisione nel dire il sentimento autorizzano più di tante analisi a
credere che la poetessa e le sue allieve fossero legate da rapporti
d'amore, comunanza di ideali ma anche «eros che scioglie le membra».
Professoressa Eva
Cantarella, Saffo era lesbica?
«Prima occorre
precisare: il termine "lesbismo", che oggi denota
l'omosessualità femminile, deriva dalla fama della quale godevano
nell'antichità le donne dell'isola di Lesbo, mentre si ricorreva al
verbo "lesbiazein" per indicare la pratica del sesso orale.
Quanto all'amore gay come noi lo intendiamo, il concetto era del
tutto estraneo alla cultura greca. In particolare il mondo dei
tiasoi, le comunità femminili di carattere religioso-iniziatico dove
le ragazze ricevevano un'educazione in vista del matrimonio,
appartiene a una società precivica che ancora ammette l'amore tra
donne, come quello che senz'altro esisteva tra Saffo e le sue
allieve. Sarà la polis a bandirlo».
E l'amore tra uomini?
«Sopravviverà, anche
alla polis».
Corriere della Sera, 8
maggio 2008
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