Vanno vengono vengono vanno
avanzano indietreggiano
vengono vanno vanno vengono
sommuovono il suolo
e sotto i piedi è cupo il rimbombo –
Vengono dai tropici e dall’equatore
da deserti savane e foreste
alture e pianure
in cerca di pastura –
vengono da guerre genocidi e carestie
da terremoti tirannie e maremoti
e in fuga vanno per terre straniere –
Morti di fame si trascinano dove c’è
un pezzo di pane
un morso di companatico –
topi che cercano il granaio
formiconi a caccia di pagliuzze
s’incarrettano per mare in gusci di
noce
scivolano scivolano in acqua
e affogano
e niente vi trema
per voi sono morti che si aggiungono ad
altri morti
In Daniela Marcheschi, Antologia di
poeti italiani. Tradizioni e innovazione in Italia, Mursia, 2016
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