Isola di Dobu, 1930 ca., Il capo Gaganamole e sua moglie |
kula
Vasto circuito intertribale di
scambi che interessa una ventina di isole della Melanesia, di cui le più note
sono quelle dell'arcipelago delle Trobriand studiato da Malinowski e l'isola di Dobu studiata da Fortune. Le
transazioni più caratteristiche del sistema kula non sono commerciali, poiché
non si fanno con merci ma con oggetti privi di qualsiasi utilità e che hanno la
stessa funzione dei gioielli della corona nel rituale delle monarchie europee o
dei trofei guadagnati nelle competizioni sportive. Questi oggetti, che sono di
due tipi soltanto (bracciali e collane di conchiglie), non escono mai dal
circuito e si scambiano l'uno contro l'altro seguendo un percorso inverso lungo
il circolo delle transazioni. Ci mettono da 2 a 10 anni per fare un giro completo
e ritornare al loro punto di partenza.
Al termine di un ciclo ciascuno
degli scambisti si ritrova in possesso di oggetti che aveva all'inizio e
chiunque cercasse di ottenere più di quanto ha dato inizialmente perderebbe
definitivamente la faccia. Parallelamente e in occasione di questi scambi «
nobili », hanno luogo anche delle operazioni di carattere propriamente
commerciale, che ne sono però rigorosamente separate.
Il sistema poggia su due tipi di imprese
complementari: 1) delle grandi spedizioni marittime che portano un
considerevole numero di oggetti; 2) degli scambi assai più umili che fanno
circolare uno solo degli oggetti preziosi su una distanza di alcuni chilometri
o da una casa all'altra (kula dell'interno). Altri sistemi assai simili per forma
e funzioni sono stati osservati in diverse regioni del mondo (specialmente in
Melanesia). L'interesse teorico di queste istituzioni è notevole, poiché vi si
trovano intimamente mescolati dei fenomeni economici, dei comportamenti
ostentatori, il funzionamento di reti di alleanze politiche, ecc. L'antropologia economica vi ha trovato il
proprio punto di partenza e buona parte della problematica.
Voce dal Dizionario di Etnologia (1963), Ed. it. cura di Maria Arioti,
Newton Compton, 1975
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