Intorno alla morte di Mussolini - ora, luogo, esecutori - fu edificato - forse artatamente e di sicuro senza successo - un mistero.
Al di là dell'occasione di questa o quella "sensazionale rivelazione" l'operazione appariva come un miserabile tentativo di oscurare la sentenza eseguita "in nome del popolo italiano". Ma concordano le testimonianze sui colloqui al vescovato prima della fuga ingloriosa, sul tentativo di mediazione del cardinale Schuster.
L'ex duce fa delle proposte, dice di voler trasferire i suoi poteri al partito socialista. I rappresentanti del CLN lo zittiscono, gli dicono - giustamente - che non è in grado di trattare alcunché, che può solo arrendersi e consegnarsi.
Eppure credo che non fosse soltanto uno dei colpi di scena in cui il "mascellone" era versato, un "ballon d'éssai", un tentativo estremo e ridicolo per prendere tempo e sondare le intenzioni altrui.
Forse c'era di più: in quel momento lì ricordava la settimana rossa, la solidarietà operaia, la giovinezza ribelle e intuiva confusamente che - dopo - aveva sbagliato tutto..
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