Come non essere contrari
allo storicismo volgare che immagina la storia come una perfetta
sequenza di causa e di effetto in un tempo lineare e continuo? Ma
quando all'insegna dell'antistoria trovo una tavolata che va da
Cassola a Citati, dalla Ginzburg a Elsa Morante, da Montale a
Pasolini a Manganelli o a tanti altri, davanti a scodelle dove
galleggiano resti di Nietzsche, Heidegger, Valéry, Rilke, Guénon,
Camus, Gandhi, e un po' di Zen, vien voglia di dire «grazie, ho già
pranzato». (1975)
Da L'ospite ingrato
primo e secondo, Marietti, 1985
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