Periodicamente gli italiani si
invaghiscono d’un cazzaro.
Un cialtrone arrogante e pericoloso,
interessato quasi esclusivamente al potere e alla fama, che per anni
devasta il paese pur di ottenerli e goderseli il più possibile, con
la complicità delle corrotte classi dirigenti che lo hanno
politicamente prodotto.
Alla sua inevitabile benché sempre
tardiva caduta segue un periodo di Quaresima durante il quale tutti
invocano onestà, serietà e sobrietà, amministrato da preteschi
tecnocrati (altrettanto cialtroni) che dura solo fino al sorgere del
successivo cazzaro.
Pur essendomi fortunatamente perduta
l’ovvio precedente storico, il tragico Ventennio originale, nella
mia breve vita ho comunque già visto ripetersi questo ciclo per
intero due volte. Dopo Craxi (1983 – 1992) c’è stato Berlusconi
(1994 – 2011), capisco quindi che Renzi e i suoi accoliti si
aspettino di durare almeno fino al 2023, sperando addirittura nel
2030.
C’è però una fondamentale
differenza fra Renzi e i precedenti Re Sòla: Matteo è completamente
un prodotto, senza nessuna indipendenza economica/politica dalle
classi dirigenti che lo hanno creato. Lo si capisce anche dal fatto
che non abbia un stile proprio, ma solo un remix giovanilista di
campionature craxiane, berlusconiane e veltroniane, con l’accento
di Panariello.
La sua forza è il vuoto che lo
circonda, l’impotenza, la vigliaccheria, l’incapacità dei suoi
oppositori, come dei suoi alleati.
Il suo compito, in cambio del quale sta
ottenendo la fama che sognava fin da piccolo concorrente di telequiz,
è quello di mantenere l’Italia sui ferrei binari economici imposti
dall’Europa senza che gli italiani se ne accorgano troppo,
rincoglionendoli di slogan stucchevoli, balle trionfalistiche, e
cazzate nuoviste, mentre smonta la Costituzione, lo Statuto dei
Lavoratori, e qualsiasi altra garanzia democratica che possa
ostacolare il cammino dell’Eurotreno BCE.
Renzi durerà quindi solo finché
funzionerà bene come diversivo.
Il giorno in cui abbastanza italiani si
saranno resi conto della fregatura, verrà immediatamente sostituito
con un altro diversivo, come è successo a Monti e Letta, i suoi
autentici predecessori. Infatti, se Craxi e Berlusconi erano denti
marci che s’è faticato ad estirpare dal trono (e la radice è
ancora dentro) Renzi è un dente finto, un provvisorio di facciata
che può essere rimosso in un attimo.
Dopotutto, anche lui è un precario
stagionale.
E certi contratti non durano un
ventennio.
Da “Carmilla” (
http://www.carmillaonline.com/
) 10/5/2015
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