Non volevamo commentare
la sentenza della Cassazione sul delitto Kercher, giunta il 27 marzo
quando eravamo già in edicola: non siamo esperti di diritto, mentre
sulle implicazioni extragiudiziarie in sette anni è stato detto
tutto il necessario e molto, molto di più. Siamo spinti a tornare
sulla vicenda dalla notizia secondo la quale dopo il sollievo per
l'assoluzione definitiva, Amanda Knox ha tenuto a far sapere, per
bocca del suo biografo, che l'anticipo ottenuto per le sue memorie -
quattro milioni di dollari - se ne è andato tutto per le spese
legali. Il fatto è che, ha spiegato Douglas Preston, "Amanda
voleva a tutti i costi dimostrare di essere innocente in Italia, così
ha pagato tantissimi soldi agli avvocati italiani". Una simile
simmetria fra spese legali e innocenza è tipica del sistema
giuridico statunitense, ove una pletora di casi mostra che le
disponibilità finanziarie fanno la differenza tra condanna e
assoluzione, pena di morte e ergastolo, pena definitiva e revisione
del processo.
Applicandola ai tribunali
italiani, di cui pure hanno aspramente contestato il funzionamento,
Amanda e il suo biografo hanno forse visto giusto: è difficile
infatti sfuggire all'idea che solo così si possa spiegare la
coesistenza tra la condanna definitiva di Guedé per un omicidio "in
concorso" e l'assoluzione altrettanto definitiva di Knox e
Sollecito.
Preston ha poi rivelato
che la carcerazione in Italia, aggravata dalle molestie di una
guardia carceraria, ha profondamente segnato Amanda, fino a
provocarle un disturbo post traumatico da stress: "Chiunque
abbia vissuto la sua esperienza può farsi un’idea - ha detto
Preston – E’ come un soldato tornato dall’Iraq, che ha visto
bambini uccisi davanti ai suoi occhi. Se non ti lascia conseguenze
fisiche, le lascia nella tua sfera emozionale".
Non abbiamo motivo di
dubitare dell'esistenza dei disturbi, ma lascia perplessi il
parallelo proposto dallo scrittore, davvero un poco azzardato. In
Iraq, come in tante altre guerre, l'esercito americano si è reso
responsabile di moltissimi crimini e certo molti dei bambini "uccisi
davanti agli occhi" del soldato Usa erano vittime delle sue armi
o di quelle dei suoi commilitoni. E' vero che Amanda Knox non potrà
più essere processata per la morte di Meredith, ma il paragone coi
soldati non pare giovare all'immagine di una persona prosciolta dopo
molti anni e fra molti dubbi dal reato di omicidio. Ma forse ci
sbagliamo anche in questo caso: a pensarci bene, tanto gli allegri
piloti del Cermis quanto l'uccisore di Calipari, il soldato Lozano,
sono usciti indenni dai processi che li riguadavano.
Magari anche loro adesso
soffrono di stress post traumatico, poverini.
Commento di seconda
pagina senza firma attribuibile al direttore Stefano Di Cenzo.
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