"Noi crediamo opportuno osservare che la normale vigilanza che deve essere esercitata dall'autorità responsabile del pubblico spettacolo non è sufficiente per le trasmissioni tv, al fine di eseguire un servizio ineccepibile dal punto di vista morale, ma è necessario un criterio diverso di valutazione, trattandosi di rappresentazioni che devono penetrare nel sacrario della famiglia. Appare, quindi, soprattutto in questo campo l'infondatezza dei pretesi diritti dell'indiscriminata libertà dell'arte, o del ricorso al pretesto della libertà d'informazione e di pensiero, essendo in gioco superiori valori da proteggere, i violatori dei quali non potrebbero sfuggire alle severe sanzioni minacciate dal divin Salvatore".
Dall'Allocuzione all'Episcopato italiano.
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