Festa de l'Unità di Ostia. Preparazione degli spaghetti allo scoglio |
La cucina trovava spazio anche nelle due sottoculture, quella cattolica e quella comunista, entrambe ostili al consumismo di stampo americano. La Chiesa cattolica lo considerava alla stregua del materialismo, un'insidiosa concessione al miraggio della felicità terrena. I dirigenti del Pci erano gente che si era fatta le ossa mangiando il pane nero dei braccianti o la brodaglia riservata ai detenuti nelle prigioni fasciste, e avevano una vena di frugalità e di autodisciplina; l'idolatrato segretario del Partito, Palmiro Togliatti, era famoso per cenare soltanto con pane e mozzarella, e occasionalmente uno di quei filetti di baccalà fritti che si trovano nelle trattorie romane più popolari.
Il pasto, tanto per i rossi che per i bianchi, era di preferenza un evento collettivo: la famiglia o una festa religiosa per la Chiesa, le Feste dell'Unità per il Pci, dove la principale attrazione erano le grigliate di carne, i piatti di spaghetti e le specialità locali. Anche se erano sulle due sponde opposte della guerra fredda, le due sottoculture avevano in comune l'ostilità contro il consumismo, e contribuirono a radicare questi valori nella cultura gastronomica nazionale. Un paese profondamente diviso a tavola aveva un'etica comune, quella del cibo buono e semplice.
Da Con gusto. Storia degli Italiani a tavola, Laterza, 2009, p.343.
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