Nel sito del Sindacato Nazionale Scrittori “Le reti di Dedalus”, Alessandro Ticozzi ricorda con intelligenza e simpatia, il grande Elio Petri, scomparso 30 anni fa, un regista italiano di grande spessore (http://www.retididedalus.it/sommario%20sito.htm ). Mi ha molto incuriosito la strana nascita de Il maestro di Vigevano, un film che, come Ticozzi, anch’io molto amo, benché non sia solitamente inserito tra i capolavori di Petri (di lui più spesso si ricordano l’Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La classe operaia va in Paradiso). Posto qui il frammento, che fa luce anche sull’origine di un altro film, da taluni ragionevolmente celebrato come un capolavoro della commedia all’italiana. (S.L.L.)
Per quanto riguarda Il maestro di Vigevano, la genesi del progetto è anomala. Petri a tal proposito afferma:“[...] Questo Sordi ha fatto praticamente tutto, ha fatto sempre personaggi mostruosi, facciamogli fare tutta una serie di mostri in un solo film…
Così ci venne in mente l'idea de I Mostri, per un film tutto imperniato su di lui in cui avrebbe dovuto fare una quindicina di ‘mostri’, e la sviluppammo in una chiave a suo modo politica, perchè ci mettemmo dentro un democristiano, l'industriale della FIAT e altri personaggi simili […]”
Lo so, penserete ad uno sbaglio, parlo di Petri e cito I Mostri, invece non è uno sbaglio. Faccio continuare Petri che narra dell’incontro con De Laurentis, il produttore del film: “… Verso la fine dell'incontro De Laurentis mi disse: ‘Tu sei comunista, vatti a far produrre questo film da Togliatti!’ Se avessi dato retta al mio istinto mi sarei alzato e me ne sarei andato, però, anche in quel caso, pensai che così non avrei combinato più nulla e avevo invece necessità di lavorare. In quello stesso periodo c’era un’altra equipe di sceneggiatori che stava lavorando su Il maestro di Vigevano, con Risi e per Tognazzi, e non riuscivano ad approdare a niente. Cosi, quando De Laurentis mi propose di cambiare, cioè di dare a loro I Mostri e di fare io Il maestro di Vigevano, accettai, e del resto quel romanzo mi piaceva…”.
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