Ricordo un bello spirito romano, che di professione faceva il tassista e che, girando per la città e parlando con i suoi clienti, portava avanti una sua piccola inchiesta. Quasi tutti gli interpellati sapevano benissimo per averlo letto sui libri delle elementari, sulla “Domenica del Corriere”, sulla “Storia d’Italia a fumetti” di Biagi, che Gabriele D’Annunzio aveva fatto una eroica, memorabile impresa durante la prima guerra mondiale, volando con un aeroplano su Vienna e facendo cadere volantini irredentisti sulla testa degli austriaci stupiti.
Nessuno, assolutamente nessuno sapeva che, a poche settimane di distanza, degli altrettanto epici aviatori tedeschi avevano compiuto un memorabile – e assai più lungo – volo su Roma, scaricando dal cielo sul palazzo del Quirinale un sacco di merda, in segno di spregio per chi aveva tradito i patti della triplice alleanza.
Ancora adesso non so se l’episodio sia vero: certo il tassista lo raccontava molto bene, e lui e i suoi clienti si divertivano un mondo all’idea di quella pioggia puzzolente e dissacrante, e d’improvviso riuscivano a vedere la storia patria con occhi nuovi, e così pure la storia europea, e la storia delle imprese dei grandi poeti.
Da Torre saracena. Lezioni di storia nel taxi in “il manifesto”, 17 marzo 1988.
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